Tim Weah si prende gli Stati Uniti

Le treccine sbarazzine che tradiscono la giovane età e la voglia di osare, ma la falcata e il senso del gol sono tutte del papà. Timothy Weah si è preso definitivamente la scena negli Stati Uniti, segnando il primo gol in nazionale dopo essere stato il primo “Millenial” a vestirne la maglia. Figlio del Pallone d’oro ex Milan George, Weah a 18 anni e 95 giorni è diventato il terzo giocatore più giovane ad aver segnato con gli Usa. Il futuro è suo.

Prima partita da titolare con il nuovo corso a stelle e strisce e primo gol per il gioiellino statunitense, nato a New York nel febbraio 2000. Un talento precoce, cristallino giurano gli addetti ai lavori, tanto da guadagnarsi la chiamata del Paris Saint Germain – la squadra che rese grande il padre – già nel 2014 per completare la crescita dopo i primi passi tra Blau-Weiss Gottschee e New York Red Bulls. Velocità, talento, fiuto del gol con il club parigino che gli ha fatto firmare il primo contratto da professionista, spuntandola sul Chelsea, molto interessato al baby prodigio.

Le prestazioni con le nazionali giovanili americane e con quelle del Psg hanno acceso i riflettori sul suo talento, firmando gol e prestazioni sopra la media che gli sono valsi anche l’esordio nella prima squadra stellare dei parigini. Con gli Stati Uniti fuori dal Mondiale come l’Italia e obbligati alla rivoluzione tecnica, ecco l’occasione che – ovviamente – Tim Weah non si è lasciato sfuggire: prima partita da titolare, al Talen Energy Stadium di Philadelphia contro la Bolivia, e primo gol in Nazionale. Il terzo più giovane di sempre, battendo di soli due giorni il compagno Josh Sargent, attaccante del Werder Brema anche lui Millennial, e in gol al debutto assoluto per il momentaneo 2-0.


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