San Jose, Eriksson è il tuo Ibrahimovic
Cresta, braccia coperte di tatuaggi e sguardo glaciale. Di certo un modo per non passare inosservato al proprio debutto in MLS. Meglio però osservare i suoi primi assist contro Sporting Kansas City e NYCFC. Stiamo parlando di “Iceman” Magnus Lennart Eriksson, che non è un Gangster ma l’attaccante svedese sbarcato a gennaio in California sponda San Josè Earthquakes. Si perché se ai Galaxy c’è Ibrahimovic a San Josè c’è Eriksson, anch’egli svedese, tatuato e glaciale, ma con un pedigree “leggermente inferiore” a quello di Zlatan. E per la prima volta, finalmente, tra poco più di un mese potrà affrontare il suo idolo di sempre allo StubHub Center.
“That will be great. It’s a big game for the club and it’s a big rival, so everything that comes with that, and him joining them, of course, is even more special!”.
Mange, nato 27 anni fa a Solna, ha in comune con il gigante di Malmö, il numero di maglie indossate prima di approdare in MLS: 8! E di queste otto, una, è proprio quella del Malmö con cui ha vinto 2 Allsvenskan; ma soprattutto con la quale realizza il goal più bello dell’anno secondo Fotbollsgalan, e probabilmente anche della sua carriera, ai preliminari di Champions League contro il RB Salisburgo: pallonetto al volo da 35 metri e qualificazione in cassaforte. Niente male. Ma andiamo con ordine.
La prima delle otto è quella dell’ AFC Eskilstuna, per lui trampolino di lancio per quella dell’ Åtvidabergs FF con la quale cresce come ala destra per sfruttare i suoi inserimenti. Poi al Gent KAA per maturare, però vedendo il campo tra panchina e tribuna. Quindi il ritorno in Svezia. Dove? Al Malmö ovviamente. Voluto fortemente dal tecnico Rikard Norling non gioca più come ala ma come seconda punta al fianco di Rantie e Molins. Prezioso uomo assist, 29 in 86 presenze. E i goal? Mai banali, proprio come quello contro l’AIK Solna, squadra del cuore. Poi via ancora, lontano, in Cina e poi più vicino a casa, in Danimarca, con la maglia del Brøndby IF sempre con la nostalgia di casa. Così il ritorno in Svezia per la seconda volta con la maglia dei Djurgårdens IF, rivali storici dell’AIK. Proprio ai Blåränderna matura, finalmente, come ala e all’occorrenza come attaccante centrale: ne sono la prova i 14 goal e il titolo di capocannoniere.
Ora il presente in California, in MLS, a sole 341 miglia da Los Angeles, con l’ottava maglia. Quella della franchigia dei San Jose Earthquakes. Contratto da Designated Player, cresta da moicano, tatuaggi ed il solito numero 7 (portafortuna) sulle spalle. E la Svezia, questa volta meno lontana del solito, anzi sempre presente dentro e fuori dal campo: dall’Hockey sul ghiaccio – per questo è tifoso e amico dell’ex NHL Douglas Murray dei SJ Sharks – alle canzoni di Avicii e SHM nei prepartita e nel cuore grazie alla fidanzata Ida. Ma soprattutto in campo, visto il legame con il terzino Joel Qwiberg e con coach Mikael Stahre entrambi suoi connazionali.
Proprio il coach dei Quakes lo ha subito messo largo a destra nel 4-4-2 a rifornire le punte Hoesen e Wondolowski. E si vedono già i primi risultati: 2 assist in 3 presenze. Una scalata da underdog verso la zona Play Off che è iniziata a Philadelphia, contro gli Union con il primo goal in MLS nel giorno del suo 28esimo compleanno. In attesa del California Clásico sperando di fare meglio dell’altro svedese anch’egli in corsa per la MLS Cup e…i mondiali in Russia.
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