Manotas e Senderos: il binomio atipico di Houston per la MLS

Che cos’hanno in comune un colombiano ed uno svizzero? O meglio, che cos’hanno in comune Mauro Andrés Manotas e Philippe Senderos in MLS? Strano a dirsi, ma ebbene sì, entrambi condividono gli stessi colori orange della loro attuale maglia, quella degli Houston Dynamo.

La franchigia Naranja si è goduta i goal di entrambi nel 4-0 inflitto all’esordio ad Atlanta e festeggia vendicandosi dell’amara sconfitta subita la scorsa stagione. Meglio di così non poteva andare. A goderseli su tutti, però, è coach Wilmer Cabrera felice di aver trovato nel gigante svizzero la sicurezza che mancava in difesa e nel colombiano la ferocia sotto porta da tempo smarrita. Finalmente protagonista, dopo la partenza di Érick El Cubo Torres, il colombiano non può più sbagliare. Nonostante quanto di buono già dimostrato lo scorso anno ai Playoff di Conference poi persi contro Seattle in finale, questa per lui è la stagione decisiva.

Mauro, nato 23 anni fa a Sabanalarga, comune tra Cabrera e San Martin, cresce tra le giovanili dell’ Universidad Autónoma alternandosi da trequartista a esterno offensivo, dove nel 2013 segna 21 goal e 22 l’anno dopo attaccandosi sulle spalle, nemmeno maggiorenne, l’etichetta di “El futuro Crack colombiano”. Mica male. Neanche tanto se poi Jaime de la Pava lo fa esordire in Primera A come seconda punta alle spalle di bomber Walmer Pacheco dove dimostra a tutti i motivi di quell’etichetta: accelerazioni devastanti e inserimenti micidiali.

La grande chiamata non esita ad arrivare e proviene dal Texas, precisamente da Houston, quella degli Houston Dynamo in MLS del neo tecnico Owen Coyle. Oscurato però da Gil Barnes ed Erick Torres, non riesce a confermarsi ed il prestito inevitabile nel 2016 al Rio Grande FC serve lui a crescere e capire la difficoltà della Major League Soccer, spesso sottovalutata. Umiltà e sacrificio. Questi sono i suoi nuovi diktat. E non si trascuri la fede in dio. “Todos està en las manos de Dios”.

Per capire quanto sia importante per lui, fate un giro sui suoi profili Instagram e Twitter. Troverete inoltre molte foto di Radamel El Tigre Falcao, suo grande idolo. Non solo lui, ma anche CR7 ed Harry Kane dai quali prende ad esempio: professionalità e sacrificio. Valori essenziali per crescere. “Mi ídolo es Falcao, me encanta cómo se mueve y luego es una referencia para nosotros los jóvenes. También me gusta CR7 y Kane por su forma de jugar y patear la pelota. Sino también su arduo trabajo en la formación para llegar a niveles muy altos”.

Ora, raggiunta la maturità dopo 60 presenze con gli orange, finalmente, è arrivato il suo momento. Quello della conferma. Quella decisiva. E sembra averlo capito pure Wilmer Cabrera, colombiano anch’egli che punta molto, se non tutto, su di lui per vincere la MLS solo sfiorata un anno fa. Schierato centravanti nel 4-2-3-1 con unico compito quello di finalizzare il lavoro ai lati degli esterni Boniek Garcìa ed Elis. Ma non si trascuri la fase difensiva, per questo è stato schierato fin da subito Philippe Senderos; ma chiamatelo solo Phil da ora in poi, così come fa anche Clint Capela cestista NBA che spesso lo porta a vedere le partite dei Rockets.

Il difensore svizzero classe 85, alla soglia dei 33 anni, è giunto in MLS con la voglia di rivincita per scacciare i troppi fallimenti causa infortuni avvenuti ovunque sia andato. Subito apprezzato da Cabrera nella scorsa Post Season, gli ha affidato le chiavi della difesa nominandolo capitano. Dotato di un fisico roccioso – 188 cm x 87 kg – si è presentato come meglio non poteva al BBVA Compass Stadium. Cross telecomandato di Óscar Boniek García ed incornata, manco a dirlo, del difensore svizzero. E che gioia nel post partita di Cabrera.

“Philippe è un giocatore di livello mondiale che porterà parecchia esperienza all’interno della nostra squadra. Ci fornirà qualità nello spogliatoio e la sua professionalità ci aiuterà a migliorare la filosofia di Houston”. Parole al miele le sue come quelle dei tifosi che hanno fatto sentire calore fin dal primo giorno. Ma più di tutti sono stati i compagni Ceren, Alvarez e Martinez aiutandolo ad entrare nelle dinamiche dello spogliatoio.

Manotas-Senderos. Ecco le chiavi atipiche di Houston per puntare, ancora una volta, ad arrivare in fondo alla MLS e perché no magari questa volta vincerla.


 

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