USSF, cosa aspettarsi dal presidente Cordeiro

Carlos Cordeiro è il nuovo presidente della Federazione calcistica statunitense, la USSF. Sostituisce Sunil Gulati, a capo della federcalcio dal 2006, il quale non si era ricandidato. Cordero era il vice presidente uscente.

Ex funzionario di Goldman Sachs, Cordeiro era considerato uno dei due candidati dall’orientamento economico, assieme a Kathy Carter, presidente di SUM (Soccer United Marketing), responsabile del marketing e dei diritti Tv di MLS e Nazionali. Il neo presidente ha ottenuto il 68,6% dei voti. La sua principale antagonista, Carter, ha perduto terreno progressivamente ad ogni votazione, esattamente l’opposto di quanto accadeva al suo primario antagonista.

Eric Wynalda, Kyle Martino, Paul Caligiuri e Hope Solo, candidati di orientamento “calcistico”, non sono mai stati al centro delle preferenze elettorali. Sabato ad Orlando, dove si è tenuta l’assemblea elettiva, Caligiuri si è ritirato dopo il primo turno per aver ricevuto meno dell’1%; Winograd e Gans ne hanno seguito le orme al voto successivo lasciando in gioco Wynalda (10.8 %), Martino (10.2%) e Solo (1.5%).

“Sono sopraffatto dall’emozione” ha dichiarato il neo presidente, 61 anni, il quale ha poi ringraziato tutti i candidati per una campagna elettorale “stimolante”, ma anche il presidente uscente. Cordeiro è in federazione dal 2007, mentre sedeva a fianco di Gulati dal 2016. Le sue mansioni si estendevano ad ambasciatore del calcio federale americano poiché rivestiva anche le cariche di rappresentante della U.S. Soccer nel consiglio Concacaf ed in quello degli azionisti Fifa.

Gulati mantiene la carica di presidente del comitato organizzatore dei Mondiali 2026, che unisce USA, Messico e Canada, la cui richiesta deve essere formalizzata negli uffici della Fifa entro il 16 marzo. Gli Stati Uniti provengono dalla sconfitta subita nel 2010, quando non furono prescelti per l’organizzazione della Coppa del Mondo 2022, assegnata non senza controversie al Qatar. Il comitato organizzatore torna a riunirsi oggi, seduta in cui esordirà il neo presidente, che deve successivamente recarsi negli uffici della USSF, che hanno sede a Chicago.

Fra le immediate mansioni di Cordeiro – che riveste un ruolo per cui non è prevista retribuzione – quella di decidere i nomi dei nuovi allenatori delle nazionali maschile e femminile, anche sulla base delle candidature selezionate dal segretario generale Dan Flynn. Naturalmente, l’urgenza riguarda gli uomini, alla luce dell’eliminazione della nazionale dai Mondiali di Russia, fattore che ha generato una significativa ondata di insoddisfazione verso la gestione-Gulati. È probabile che la scelta venga effettuata solo dopo il 10 luglio, giorno in cui si disputa la finalissima di Russia 2018.

Cordero sostituirà due componenti uscenti del Consiglio d’amministrazione, mentre sul piano legale dovrà cercare una soluzione (anche extragiudiziale) ad una serie di costosissime cause in corso: da quella di Hope Solo (davanti al Comitato olimpico con l’accusa di non rispettare le norme federali non-profit), a quelle della NASL (per antitrust la prima, per danni la seconda) dopo l’esclusione dal titolo di Division 2. Ma anche a quelle di alcuni settori giovanili di club sparsi per il territorio nazionale.

Innegabile che Cordeiro debba anche affrontare argomenti cruciali: riavvicinarsi alla base; migliorare le relazioni tra USSF e club; abbassare (o azzerare) il costo del “soccer” per giocatori e allenatori; riorganizzare le Youth Academy. Ma sopratutto, liberare la USSF dall’espressa accusa di riservare un trattamento di favore quasi esclusivo alla MLS. È opinione generale che il calcio negli USA non cresca quanto dovrebbe, perché frenato da ragioni economiche e di profitto.

Dagli addetti ai lavori, il neo presidente non viene ritenuto un clone di Gulati, poiché sono diversi il suo stile e l’orientamento professionale. Durante i mesi passati, Cordeiro ha indotto il consiglio federale ad approvare la creazione dei ruoli di general manager dei settori nazionali, ed ha annunciato che affiderà “a gente di calcio” le decisioni tecniche, ritenendosi un “non esperto”.

La sua elezione sottolinea la modesta forza degli avversari elettorali, gente di calcio sì, ma privi dell’esperienza manageriale richiesta da una federazione che fattura cento milioni l’anno. Cordeiro ha saputo posizionarsi con successo tra Carter, ritenuta la longa manu della MLS sulla federazione, e la “Gang of Six”, ovvero i sei outsider. La sua elezione deriva anche dall’essersi garantito l’appoggio, dopo il secondo voto, dei cruciali voti in arrivo dall’Athletes’ Council, che gli ha garantito i numeri per la vittoria.

In ultima analisi, c’è da aspettarsi un presidente che promuoverà cambiamenti, democrazia, promozione del calcio e della sua cultura, ma non rivoluzioni.


Facebook Comments