Viareggio Cup: United Soccer Stars da Brooklyn
L’8 marzo prossimo, sull’aereo che decollerà dal JFK per Milano ci sarà lo United Youth Soccer Stars, una allegra comitiva calcistica di oltre 20 persone porterà con sé un sogno lungo quindici anni. Superare il turno del Torneo di Viareggio, evento mai accaduto. In ultima analisi, una grande soddisfazione potrebbe anche essere quella di vincere almeno una delle tre partite del girone di qualificazione – si è verificato due volte, sempre in quindici anni – o almeno pareggiare.
Ma rispetto al passato, il club di Brooklyn porterà in Toscana profonde di novità. Prima fra tutte, quella di essere oggi una società con 140 bambini del settore giovanile, e non una semplice selezione che raduna qui e lì Under 19 con cui partecipare alla Coppa Carnevale, il torneo di categoria più prestigioso al mondo. È anche inedito che la società abbia un giovane funzionario (Executive Secretary) come Peter Curto, inserito nel gruppo di più attempati componenti del club. A capo del quale c’è sempre Charlie Candela, che giunge, appunto, alla 15ª partecipazione di fila al Viareggio, tredici delle quali con la Liac che ora appoggia la FA Euro (leggi la nostra intervista).

Alle sue spalle Carlo Tramontozzi come vice presidente, Joe Cerrati come tesoriere, Joe Dilorenzo (Trustees) e l’essenziale gruppo di fund-raiser: Charlie Zito, Giovanni Spatola, Paolo Tartaro e gli stessi Dilorenzo e Cerrati. A loro il compito non solo di consolidare la tradizione del Dinner Dance (quest’anno il 4 marzo), ma di rendere più accessibile il viaggio ai giocatori: “Se non raccogliessimo donazioni – specifica Candela – andare al Viareggio costerebbe oltre quattro mila dollari a testa. I principali sponsor del club sono Colavita, AGL Industry e le catene di pizzerie Kesté.
United Youth Soccer Stars è però oggi una società calcistica a tutti gli effetti, con Under 8 (allenata da Dominick Marinelli), Under 9 (Tony Babbo) e Under 14 (Giovanni Spatola), tutte iscritte al Cosmopolitan Junior Soccer League. I bambini si allenano una volta di settimana prima di affrontare la partita del sabato, in palestra, o sui campi del Verrazano Sports Complex. In attesa di aver prodotto parte dei giocatori, la selezione del Viareggio è affidata ad Enzo Soderini, nome consolidato del panorama calcistico italoamericano dopo aver guidato Manhattan Kickers, Una selezione di Long Island, Manhattan Club, l’Under 15 della formazione australiana di Melbourne, iscritto a Figc e all’associazione italiana degli allenatori, Aiac, ex calciatore professionista nella Serie C2 italiana, Nazionale Dilettanti e nella prima divisione australiana. I portieri sono nelle mani di Tony Valenti.
Ma c’è un’ulteriore prima volta anche per le lo stesso Torneo di Viareggio: le formazioni statunitensi saranno tre, di cui due di Brooklyn (FA Euro, United Youth Soccer) ed una di Long Island, Athletic Club. “Andare al Viareggio è parte dell’orgoglio italiano – esordisce Peter Curto – ma va da sé che nessuna delle formazioni statunitensi è rappresentativa del calcio americano. Potremmo cambiare direzione, iscriverci ad esempio alla Dallas Cup, un torneo consolidato, sarebe molto meno dispendioso, ma in quel caso non essendo un club con una squadra maggiore, verremmo inseriti in un girone non prestigioso. Occorre anche capire che i ragazzi che vanno al Viareggio sognano di affrontare le formazioni giovanili delle squadre per cui tifano da quando erano bambini, o di cui hanno sempre sentito parlare”.
Candela nota che “negli anni il livello delle società non italiane iscritte si è impoverito: niente spagnole, inglesi, Ajax e Anderlecht, potenze del settore giovanile. Il Viareggio, anche per noi dirigenti, è un punto di riferimento, e per i nostri giocatori un’occasione culturale, perché vedranno Firenze e Pisa. L’anno scorso abbiamo affrontato la Spal sul terreno dove oggi si gioca la Serie A davanti a mille spettatori. Per una settimana i nostri giovani devono agire e pensare come professionisti, un aspetto sconosciuto qui alla loro età. Sono esperienze, ricordi, emozioni. Sapete quanti ragazzi delle edizioni passate mi telefonano ancora”.
Non è facile per un ragazzo americano eccellere al Viareggio, perché chi vi partecipa non può essere un giocatore primario, nè di un club professionista, nè di un College Division I, ma la speranza è l’ultima a morire. In passato, appunto, ci sono infatti stati giovani ad essere riusciti, attraverso il torneo, ad entrare nel giro del professionismo. Candela e Curto ricordano Daniel Vilardi (di proprietà del Carpi, oggi alla Cognentese); Luca Sanna (serie D tedesca con Manheim 1986) e Don Smart, nella formazione B degli Indy Eleven, club NASL.

Quest’anno, United Soccer si è avvalsa anche delle segnalazioni di un osservatore, Mario Di Marco, ha ricevuto anche giocatori da Tony Valente (allenatore dei portieri), Vito Rizzi (Public Schools Athletic Leagues, PSAL), mentre attende il permesso per ulteriori integrazioni da CUNY e Kingsborough College.
Soderini sta lavorando su venti giocatori a cui, inevitabilmente, si aggiungeranno degli ultimissimi arrivati, qualcuno in prestito dall’Italia: “Per adesso vengono a giocare con lo stesso entusiasmo che avevo io a 15 anni, quando andavo ad allenarmi con tre compagni, tutti sulla stessa bicicletta. Leggo felicità nei loro scatti, fame di calcio, ed il loro entusiasmo è contagioso. Occorre anche precisare che la squadra è un vero work-in-progress, non abbiamo disputato amichevoli, nè io ho formalizzato il rapporto con la società”.
Il gruppo si allena nei fine settimana a Randalls Island ed il mercoledì al Pier 40 a Manhattan. Candela ricorda uno per uno i quindici tornei di fila a cui ha partecipato, incluso quello la cui selezione era affidata a Giovanni Savarese, neo allenatore di Portland nella MLS dopo i cinque anni trascorsi ai NY Cosmos: “Le uniche due vittorie furono conseguite da Joe Balsamo contro il PSV e Jack Gigli contro i Camioneros; i pareggi da Enzo Soderini col Campobasso e Franco Spatola col Crotone”.
Le altre sono 38 sconfitte, alcune pesanti, ma nessuno nasconde che quando la partita risulta compromessa, nella metà del secondo tempo fanno il loro ingresso i giocatori di minor talento che, al pari degli altri, hanno il diritto di compiere un’esperienza unica, per la quale hanno anche pagato. “Vorrei che la nostra squadra sia in grado di restare in partita contro chiunque, passare il turno è un sogno, ma sarebbe già una grande soddisfazione essere competitivi” conclude Curto. Candela offre un pensiero collettivo: “Siamo tre newyorkesi al Viareggio, sarebbe bellissimo se almeno una, chiunque sia, riuscisse a superare la fase a gironi dopo la delusione di non aver visto la Nazionale Usa qualificarsi per i Mondiali”.
Facebook Comments