Vazquez, da Messi a Giovinco: only the strongest survive
C’è Franco il Mudo, c’è Lucas il perico, c’è José Juan il Gallito. Il primo ha scritto calcio a Palermo, il secondo punta e salta l’uomo in quel di Madrid dopo l’esperienza all’Espanyol, il terzo rompe e distrugge con i biancorossi del Deportivo Guadalajara. Poi, come per magia, scorrendo i nomi su Transfermarkt neanche stessi cercando l’anima gemella su Tinder, ecco il Vazquez che ci interessa: Victor. Il Mago, il Brujo, il catalano. Campione d’America, campione di tutto, perfetta spalla di Giovinco, che, in un’intervista a la Gazzetta di qualche giorno fa ha dichiarato: “Cosa è cambiato? Ci siamo rinforzati, in particolare con l’ingaggio di Victor Vazquez, spagnolo di scuola Barcellona”. “In particolare”. E, in effetti, il classe ’87 spagnolo, è stato il particolare che ha arricchito il mazzo di coach Vanney.
Sul braccio ha un tatuaggio: “Only the strongest survive”, solo i più forti sopravvivono, inciso in un momento non facile, quando il campo sembrava lontano, anni luce. Cresciuto nel Barça, ha collezionato 3 presenze con la Prima Squadra catalana: una in Liga, contro il Recreativo Huelva di Stefano Sorrentino, al fianco di Gianluca Zambrotta; poi due in Champions League, in una delle quali, contro il Rubin Kazan, va in gol. E abbraccia il primo che ha al suo fianco: un certo Lionel Messi.
Con Messi e Piqué è cresciuto nella Masia, ma è in Belgio che è diventato grande: 5 stagioni, miglior giocatore del campionato con la maglia del Bruges nel 2015, quando vince campionato e coppa nazionale. Centrocampista offensivo, maglia numero 7 sulle spalle, è sbarcato a Toronto dopo un anno al Cruz Azul in Messico, dove ha incrociato il suo vecchio compagno in terra catalana, Marc Crosas. A Toronto si ambienta subito e alle spalle di Giovinco e Altidore esprime il meglio di sé.
E’ quello che mancava a coach Vanney: c’era il Genio irrazionale di Seba, la potenza devastante di Jozy e la saggezza di Bradley. Mancava chi equilibrasse il tutto, l’appoggio per scatenare le bocche di fuoco. E così è stato: uno, due tocchi massimo, come la scuola spagnola insegna. E tanto è bastato per diventare il secondo assistman in un campionato dominato dai canadesi. Suo l’assist, splendido, per il gol di Altidore contro Columbus, suo il gol che ha chiuso la finale di MLS contro Seattle, nella revenge canadese, un anno dopo una finale persa che avrebbe ammazzato chiunque. Non Giovinco e compagni. Anche grazie a Vazquez. Victor Vazquez. “Only the strongest survive”.
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