MLS all’europea: la rivincita della difesa
BMO Field di Toronto, Ontario, Canada. Toronto FC da una parte, Seattle Sounders dall’altra; in palio la MLS Cup. Sembra ieri la disperazione di Giovinco e compagni per “The Save” di Frei su Altidore e il rigore decisivo segnato da Torres per il trionfo dei Verdeblù, ma è già domani. Il 2017 ha ribadito la superiorità delle due squadre sulle altre: Toronto a Est, Seattle a Ovest appunto. E non è un caso. Se il 9 dicembre dalle 22, sempre al BMO Field casa dei detentori del Supporters’ Shield, si giocherà la più classica delle rivincite è tutto fuorché una casualità. Toronto e Seattle sono le squadre più forti, organizzate, difficili da affrontare e battere come ci ha confidato in esclusiva in una recente intervista Marco Donadel, centrocampista dei Montreal Impact.
“In MLS segno anch’io”, “Non difendono”, “Tatticamente sono imbarazzanti” e potremmo andare avanti di luoghi comuni da qui alla finale. Un fondamento di verità ci può anche essere soprattutto durante momenti della regular season in cui la classifica non chiede sforzi di attenzione maggiori della norma, ma se alla fine sono più o meno sempre le stesse ad arrivare in fondo il motivo è semplice: in una lega in crescita, chi ha già fatto il salto di qualità di unire allo spettacolo un po’ di sana e giusta organizzazione tattica e soprattutto difensiva ha un grosso vantaggio. Se poi davanti ha giocatori in grado di fare la differenza come Giovinco, Altidore o Dempsey, il gioco è fatto.
Sì perché il tratto comune di Toronto FC e Seattle Sounders è una compattezza di squadra ben visibile e difficile da scalfire. Certezze tattiche e un’attenzione particolare alla fase di non possesso che da due anni ormai si sta consolidando come arma vincente. Merito di coach Vanney da una parte, nominato tecnico dell’anno MLS dopo l’annata con record di punti, e di Schmetzer dall’altra, che da quando ha preso il posto di Sigi Schmid sulla panchina di Seattle ha portato a casa due Western Conference e una MLS Cup. Il tutto limitando al minimo i gol subiti con un gioco magari meno spettacolare a tratti, ma più efficace sul lungo periodo. Più europeo, per non azzardare il paragone con il rigore italiano.
Il resto lo dicono i numeri. La miglior difesa dell’intera lega è stata quella di Sporting Kansas City, che non a caso ha portato a casa la US Open Cup, ma la squadra di Vermes non ha saputo abbinare a questa solidità un’efficacia offensiva in grado di fare la differenza ai playoff nel momento cruciale, con una squadra arrivata stanca al momento clou della stagione. Dietro di loro però ecco Toronto FC, 37 gol subiti in regular season, e Seattle Sounders, 39. Frei e Miller si sono alternati in porta visto l’infortunio del titolare, ma il risultato non è cambiato: i Sounders non subiscono un gol ai playoff da 647 minuti e i 90 nel 3-0 a Houston totalizzati dallo svizzero-americano gli è valso il record assoluto di imbattibilità di 557 minuti.
Sono proprio le cifre di Seattle a fare impressione. Se Toronto è stata una conferma di una squadra oggettivamente costruita per vincere con solidità e fantasia, la forza dei Sounders da agosto in poi è stata un crescendo. Esattamente come una stagione fa. Tra playoff e regular season gli uomini di Schmetzer non prendono gol dal 1 ottobre: sei partite a porta inviolata. Al CenturyLink Field, poi, nessuno è riuscito a segnare dallo scorso 11 settembre, con Zardes a prendersi questo onore nella disastrata stagione dei LA Galaxy.
Insomma, la MLS sarà pure un campionato non a livello dei top-5 europei, ma non è più un torneo senza capo né coda in cui si vedono sempre e solo bestialità. Non lo è più da tempo, ma sta migliorando. La via per il successo è tracciata, anche i Columbus Crew hanno sfiorato l’impresa delle imprese giocando un calcio più attento. Forse meno bello e spettacolare, ma sicuramente evoluto su diversi piani.
Facebook Comments