Orlando City: il post Kakà per la rinascita, con Atlanta nel mirino

La risposta è arrivata, l’annuncio c’è stato e domenica, dopo la sfida interna contro Columbus Crew, Orlando City saluterà Ricardo Kakà. Il capitano dei Lions ha detto che non rinnoverà il proprio contratto con la franchigia americana in scadenza a dicembre, ma con i playoff mancati e la non partecipazione alla trasferta di Philadelphia, il tempo degli addii sarà anticipato di qualche settimana. Un nuovo punto zero per Orlando City, che senza il suo Designated Player e uomo simbolo dovrà ricominciare un nuovo progetto. E non è detto che sia un male.

L’addio di Kakà libera un posto da DP per la prossima stagione e al tempo stesso uno per acquisti internazionali. Per la dirigenza di Orlando questo inverno porterà un duro lavoro da svolgere per costruire una squadra più competitiva di quanto (non) ammirato in queste prime tre stagioni. Il lavoro è già cominciato, come ha ammesso il CEO Alex Leitao, e le riunioni con il GM Niki Budalic e il coach Jason Kreis dovranno portare a una nuova via di sviluppo tecnico. Serve un salto di qualità dentro e fuori dal campo, dove i giocatori di Orlando sono stati protagonisti per vicende extracampo – Larin arrestato per guida in stato di ebbrezza, Johnson arrestato per violenza domestica e Barnes allontanato da un parco divertimenti della città, di cui la società avrebbe fatto volentieri a meno.

Non cercheremo un sostituto di Kakà – ha specificato Leitao -, ma analizzeremo le necessità della squadra e agiremo di conseguenza in base alle nostre risorse economiche per migliorare la nostra classifica. Faremo grossi investimenti per rendere questa squadra come la vogliamo”.

Ma quella di Kakà potrebbe non essere l’unico addio pesante dal punto di vista economico: Larin e Rivas sono in scadenza, così come Antonio Nocerino, il secondo giocatore più pagato in rosa, arrivato a Orlando proprio grazie a Kakà. L’intenzione di Larin è di provare l’avventura in Europa e la società potrebbe incassare una discreta somma dalla cessione. Insomma, se l’anno d’esordio un giocatore come Kakà serviva come il pane per dare credibilità e ambizione al progetto Orlando City, oggi 3 anni dopo la società può muoversi con più cautela e strategia, emulando quanto fatto – con risultati notevoli – da Atlanta United.

La squadra del Tata Martino è stata costruita dal nulla, ma con metodo. Il suo giocatore più pagato, Almiron, guadagna meno di 3 milioni di dollari (meno della metà di Kakà) e potrebbe essere venduto per 20 milioni di dollari se la società cedesse alle sirene europee. Il secondo giocatore più pagato guadagna 1 milione di dollari dopodiché ci sono 5 giocatori tra i 400mila e gli 800mila dollari. I soldi dello stipendio di Kakà utilizzati per costruire una squadra. Questa è la via e la nuova opportunità di Orlando. Più Yotun per tutti.


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