Premier League “vietata” per due gioielli della MLS

Gli occhi del mondo del calcio si stanno posando con sempre maggiore costanza sulla Major League Soccer. Il campionato nordamericano non gode ancora della stima del sistema pallonaro del Vecchio Continente, soprattutto in Italia, ma in Bundesliga e Premier League sono già diverse le trattative imbastite per far sorvolare l’Oceano Atlantico a qualche giocatore che si sta mettendo in luce in MLS. Un percorso che si sta invertendo velocemente e che anche di recente ha portato alla firma, per esempio, di Palmer-Brown – giovane e promettente difensore dello Sporting Kansas City – col Manchester City di Guardiola. Uno sbarco in Premier League vietato invece ad altri due gioielli del campionato: Andre Blake e Kemar Lawrence, rispettivamente portiere dei Philadelphia Union e difensore dei New York Red Bulls.

Cos’hanno in comune i due? Il passaporto che, purtroppo per loro, è giamaicano. Le regole restrittive sui permessi di lavoro in Premier League stanno creando qualche problema ai giocatori dell’ex colonia britannica. Ma andiamo con ordine.

Sia per Blake che per Lawrence durante l’estate è arrivata la chiamata sognata da una vita, direttamente dalla Premier League. Il Crystal Palace interessato al portiere e il Brighton, che già in passato ebbe in prova il difensore dei Vancouver Whitecaps Tim Parker, interessato a parlare con entrambi. Un accordo trovato velocemente tra le parti in causa e la stessa MLS, ma che si è scontrato con la necessità di ottenere un permesso di soggiorno e lavoro valido. Un muro invalicabile proprio per via della nazionalità dei due giocatori.

Secondo le nuove regole in uso, i calciatori che giocano con regolarità nelle Nazionali che occupano i primi 50 posti nel ranking FIFA non hanno sostanzialmente problemi. Il problema si pone per quelle Nazionali come la Giamaica, che negli ultimi anni si è assestata intorno al 60° posto.

“Mi si sono presentate spesso opportunità del genere – ha ammesso sconsolato Lawrence a Goal USA -, ma so già che al momento per me non è possibile andare in Premier League”. La speranza per loro, e tutti i loro connazionali, è che la Giamaica – finalista all’ultima Gold Cup – giochi ad un buon livello per diversi mesi in maniera da rientrare tra le prime 50 nazionali al mondo.


 

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