Intervista Antoine Rey: “La MLS è cresciuta molto, mi piacerebbe una nuova avventura”
L’esordio tra i professionisti a sedici anni. Una prima parte di carriera nella “sua” Losanna prima di diventare un totem del Lugano, dalla Challenge League all’Europa League. Antoine Rey è stata l’anima del centrocampo ticinese, “sempre lì nel mezzo a recuperar palloni” citando una famosa canzone di Luciano Ligabue. Una vita da mediano cresciuta con la maglia del club ticinese cucita addosso con la “V” bianca sul petto che oggi, dopo otto stagioni, ha dovuto suo malgrado togliersi. Il centrocampista svizzero però è pronto per una nuova avventura, magari Oltreoceano in MLS, un modo nuovo di vivere il calcio, pardon “soccer”, che lo intriga parecchio. MLSSoccerItalia.com lo ha intervistato in esclusiva.
In occasione dell’amichevole Lugano-Milan hai salutato i tifosi del Lugano dopo 8 stagioni in bianconero e la fascia da capitano. Che emozioni hai sentito in campo?
E’ difficile da spiegare. L’affetto del pubblico è sempre stato enorme nei miei confronti quindi da una parte sono molto riconoscente al Lugano mi ha dato la possibilità di salutare tutti quel giorno. Dall’altra parte ovviamente fa strano dopo tutto questo tempo pensare che non vestirò più questa maglia. Ma diciamo che quel momento è stato importante per me per ringraziare tutti e chiudere in modo bellissimo la mia avventura a Lugano.
Che esperienza è stata giocare questi anni a Lugano?
Esperienza molto ricca perché penso che sono cresciuto tantissimo durante questi anni. E’ stato bello perché anche il Lugano è cresciuto. Quindi diciamo che il Lugano e io abbiamo avuto una relazione positiva reciproca. Ho imparato molto anche durante i primi anni nei quali abbiamo sfiorato più volte la promozione. Rialzarsi dopo un insuccesso e raggiungere l’obbiettivo della promozione qualche anno dopo è stata una soddisfazione enorme. La promozione è stato il momento più intenso ma non dimenticherò che negli ultimi anni abbiamo vissuto delle emozioni forti con la promozione, la salvezza, la finale di coppa e la qualificazione diretta per l’Europa League.
Centrocampista rubapalloni ma con una buona visione di gioco. A Lugano eri l’anima del centrocampo dalla Challenge League all’Europa League: quale pensi sia il tuo punto forte?
Penso che sia la mia mentalità. Che secondo me prima degli aspetti tecnici, tattici e fisici è fondamentale nel calcio. Mi piace giocare per la squadra recuperando e giocando i palloni in maniera semplice in avanti.
Dopo 16 stagioni tra Losanna e Lugano ora cerchi una nuova squadra: ti piacerebbe un’avventura in un campionato in crescita come la MLS? E’ un campionato che segui?
Certo seguo il calcio in America e in particolare la MLS oltre che la NASL e USL perché ci sono parecchi giocatori che giocano lì che sono passati dal campionato svizzero. Il calcio negli USA e Canada si sta sviluppando in un modo impressionante. In più la struttura delle leghe è interessante nella loro organizzazione. Quindi un’esperienza Oltreoceano mi piacerebbe tantissimo. Ho incaricato degli intermediari fidati per vedere se ci possa essere un’occasione, sarebbe fantastico. Stiamo a vedere.
Cosa ti affascina di più dell’opportunità di giocare negli Stati Uniti o in Canada?
Scoprire un nuovo campionato e mentalità nuove oltre che vivere in prima persona la passione degli americani per il soccer.
In MLS ci sono molti giocatori passati dal campionato svizzero: da Gashi a Thiesson fino a Hyka e all’ultimo acquisto di Toronto, Hasler preso dal Vaduz. Pensi che il livello dei due campionati sia simile?
Aggiungerei Felipe Martins (passato dal Lugano) e Scott Sutter. Sicuramente se la MLS ha pescato in Svizzera vuol dire che la Super League è seguita e stimata. Sarebbe difficile fare un paragone. Mi piacerebbe giocarci per poter dare una risposta completa.
Cosa potresti portare al soccer?
Non ho la presunzione di portare qualcosa in particolare perché il livello del campionato li è già alto. L’unica cosa che posso garantire è che se dovessi trovare un’opportunità, il club avrebbe un giocatore che oltre ad avere certe qualità tecniche, fisiche e tattiche, troverebbe un giocatore che suderebbe per la maglia indipendentemente del fatto che gioca 5, 30 o 90 minuti.
Facebook Comments