Non è una segreto che molti degli appassionati di calcio come noi entrino in uno stato di inquietudine e nervosismo quando nei mesi estivi le domeniche sportive lasciano il posto a esilaranti commedie americane in tv. Ma esiste l’alternativa alla domenica sul divano succubi de “La rivincita delle bionde” : seguire il campionato d’Oltreoceano per esempio. Provate a chiudere gli occhi e ad immaginarvi comodamente seduti sugli spalti del Riccardo Silva Stadium, nel centro di uno dei campus più prestigiosi dell’università di Miami, casa per eccellenza del Miami FC, appunto.
Dimenticate per un momento confusi e assordanti pandemoni, urla e schiamazzi che si perdono in un vociferare senza fine. Prendetevi una vacanza dal calcio che conoscete e lasciatevi coccolare da una serafica atmosfera in cui (ci crediate o no), è davvero solo lo sport a farla da padrone. Dimenticate anche lo stadio pieno che conoscete, dimenticate risse, sirene e polizia. Dimenticatevi anche di quei putridi bagni “da stadio”. E si, beh, dimenticatevi del calcio come lo conoscete.
Benvenuti alla partita per la lotta fra il primo e il secondo posto della North America Soccer League (NASL). Il match, un derby della Florida contro Jacksonville Armada FC, si è giocato sabato alle 7.30 ora locale e ha visto il Miami FC assicurarsi il primo posto della classifica a +7 dal secondo con un eccezionale 4-0 sotto la guida di una delle leggende del calcio italiano: Alessandro Nesta. Storico numero 13 di quel Milan che alcuni di voi certamente ricorderanno con una certa nostalgia.
C’erano entrambe le curve, c’erano i cori e c’erano i tifosi. C’era la mascotte Golazo che si è dilettato in una danza a ritmo latino. C’era uno schermo gigante che mostrava gli spalti e c’era chi si divertiva. Si, chi si divertita su quegli spalti. Una tifoseria “sana” che francamente un po’ ho invidiato. Seduti a sorseggiare una birra fresca e a sgranocchiare Nachos. Sventolando ognuno i propri colori del cuore, per un sabato sera che lo sport ha reso migliore. Sensazione che forse, ogni tanto, ci dimentichiamo per strada.
Ecco, solo una piccola personale riflessione su cosa potrebbe essere uno sport, questo sport, se riuscissimo a ridimensionare anche solo di poco la nostra concezione di “tifoso”. “Non c’è altro posto nel mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio” scriveva Albert Camus. Ora posso dire che può essere davvero così.
Perché infondo non esiste nulla di più puro dello sport. Nulla di più stimolante di un tifo sostenitore. Nulla di più educativo di una sconfitta. Nulla di più paziente dell’attesa. Nulla di più
straordinario di una vittoria.
di Eleonora Gavaz
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