VAR, il futuro del calcio è partito dalla USL

E’ ormai noto che recentemente il calcio sta intraprendendo una strada che negli ultimi anni diverge sensibilmente dalla tradizione dello stesso “Giuoco”, come recita la Federazione Italiana. Dal marzo 2016 è partito in quinta il progetto di lancio per la VAR, Video Assistant Referee, tecnologia chiamata a coadiuvare gli arbitri nelle decisioni più delicate di una partita che possano in qualche modo influenzarne l’andamento: rigori dubbi, espulsioni dubbie in situazioni da chiara occasione da gol, e reti dubbie per meglio specificarne l’entità con anche l’aiuto del Goal Line Technology. Chissà se questa tecnologia lascerà tifosi di qualche squadra scontenti in futuro…
In ogni caso la VAR, portata avanti anche da una vecchia conoscenza italiana, anche se poi non così tanto visto il suo ritiro nel recente 2010 dopo aver arbitrato il Mondiale in Sudafrica, Roberto Rosetti, ex fischietto della FIGC, ha conosciuto la sua prima applicazione ufficiale su suolo americano. Ecco qui la nostra red line di connessione ad un calcio in grande sviluppo. Fu utilizzata per la prima volta in una serata afosa di agosto nel 2016, in una partita di USL (United Soccer League) tra i New York Red Bulls II e gli Orlando City B, finita per la cronaca con un rovinoso 5-1 a sfavore degli uomini in viola, la cui prima squadra è capitanata da un certo Kakà. Successivamente a questa partita, di un campionato professionistico sì ma di certo non a livelli elitari come quelli europei o competizioni internazionali, la Video Assistant Referee è stata utilizzata in numerose altre situazioni, senza mai però essere considerato un progetto completamente valido e brevettato: fino all’introduzione durante la Club World Cup 2016 svoltasi in Giappone dall’8 al 18 dicembre 2016, che vide campione le Merengues di CR7 e Zizou, che a furia di “colpi di testa” alla VAR dovrebbe stare attento.
La VAR fece il suo ingresso nei match tra nazionali il primo Settembre 2016 in cui, in un Italia-Francia finita 1-3 per Les Bleus nella prima panchina di Ventura come CT degli Azzurri: ecco allora che in occasione della partita Bari di Antonio Cassano, nello stadio progettato per i Mondiali del 1990 che ricorda un fungo atomico, furono presenti Massimo Busacca (designatore Fifa), Pierluigi Collina (designatore Uefa), Roberto Rosetti (responsabile del progetto Var Italia) e i massimi dirigenti di FIFA e FIGC.

La VAR rappresenta oggi uno strumento di certa innovazione e avanzamento, ancora però purtroppo oscurato ancora da scetticismi e diffidenze. Il calcio sarà sicuramente snaturato nella sua concezione di gioco veloce, spettacolare e con la variabile dell’errore umano. Nonostante ciò questo è un mondo segnato dall’avanzamento tecnologico e questo è un prezzo che bisogna pagare. Oggi il Mondiale 2017 Under 20 in Corea del Sud, con l’Italia in semifinale e gli USA eliminati solo ai quarti, la VAR è completamente in atto e sembra potersi guadagnare un posto importante nel futuro del football. In che modo è da vedere: al 43′ del quarto di finale tra Italia e Zambia, vinto dagli Azzurri 3-2 ai supplementari, l’arbitro ecuadoregno Zambrano aveva assegnato un rigore agli africani con un episodio dubbio e smentito dal ricorso alla VAR fino all’assegnazione del fallo dal limite. Non era rigore, ok, ma non è chiaro se fosse fallo. In questo caso il VAR è stato utile a non assegnare un rigore che davvero non c’era, ma la decisione di dare punizione e rosso resta davvero discutibile.

di Tommaso Vitale


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