MLS, dilemma Totti: occasione da prendere o da evitare?

Domenica 28 maggio 2017 sarà una data che per i romani sarà ricordata per sempre, forse anche più di quelle incise sulla pietra nei tantissimi monumenti di Roma. Francesco Totti lascerà la Roma, quella maglia giallorossa che lo ha accompagnato da professionista dal 27 febbraio 1993 con il timido esordio sul campo del Brescia. L’inizio di qualcosa di più di una storia d’amore con la sua gente, più forte delle proposte milionarie di Milan e Real Madrid negli anni, ma non dell’ostruzionismo di Spalletti negli ultimi mesi. Poteri del tecnico, va detto, legittimato nelle scelte e promosso dai risultati, ma con la sensazione di un abuso d’ufficio sparso qua e là per la stagione. Ma non è questo il nocciolo: con ogni probabilità Totti dirà addio alla Roma, ma non al calcio giocato. Cosa prevede il suo futuro lo scopriremo domenica sera, al più tardi lunedì. La MLS? Difficile, più probabile Dubai. Se sia un’occasione persa per la lega americana o un segno di maturità è una dilemma che divide gli appassionati del soccer americano.

Contestualizzando il periodo storico della MLS, siamo di fronte a un tentativo di guardare avanti con una nuova strategia sul mercato. Un nuovo modus operandi nella “era Giovinco” che sta portando i propri frutti con gli investimenti delle società mirati a giocatori nel pieno della propria carriera, 28-29 anni, che possano contribuire ai successi del club ma anche alla crescita del movimento. Giocatori come Giovinco a Toronto, Lodeiro a Seattle, i talenti di Atlanta United come Almiron e Villalba, fino a Rusnak per Real Salt Lake e il capocannoniere Nikolic di Chicago Fire, arrivato dal Legia Varsavia per continuare a fare quello che stava facendo anche in Champions, segnare. Giocatori e nomi meno altisonanti, eccezion fatta per Schweinsteiger comunque ancora 32enne al suo arrivo e nel pieno delle proprie forze, ma più funzionali e redditizi. L’epoca del “cimitero degli elefanti” com’era stata ribattezzata più volte la MLS sembra essere finito. Gli addii di Gerrard, Lampard, Keane e Drogba, per esempio, non sono stati rimpiazzati da “figurine” altrettanto ingombranti. Forse l’ultima follia potrebbe essere quella di Ibrahimovic, un giocatore ancora al top però anche in Europa nonostante l’età. In questo contesto la MLS difficilmente permetterà a una franchigia di contrattare un accordo con il quasi 41enne Francesco Totti, pur consapevole dell’ondata pubblicitaria e di visibilità che genererebbe. Ma siamo convinti che sarebbe una visibilità positiva? Probabilmente la lega perderebbe quella credibilità che giorno dopo giorno sta faticosamente cercando di costruire anche tra i più integralisti del calcio all’europea.

Dall’altra parte c’è la convinzione che lo scenario che il campionato nordamericano disegnerebbe intorno agli ultimi mesi di carriera di Totti sarebbe più degno di quanto non possa offrire Dubai o la stessa Cina, ma anche con tutto il rispetto la NASL (il Miami FC ci ha provato). Il Pupone anche a 40 anni tecnicamente farebbe la differenza in MLS, facendo correre gli altri e sprecando molti meno palloni della media dei compagni/avversari. Potrebbe essere un’occasione per avvicinare al campionato gli occhi indiscreti di migliaia di italiani e convincerli, con le altre prestazioni, che no, la MLS non è una Serie D scarsa. Più di quanto le difficoltà di Pirlo in questi due anni non abbiano già fatto. In una comunità come quella di New York, più consona rispetto a Los Angeles, ma anche nelle “italiane” Montreal e Toronto, la presenza di Totti attirerebbe i riflettori di tantissima gente. Difficile dire se il rischio vale la candela. Non resta che aspettare, con la consapevolezza che difficilmente il Pupone chiuderà la carriera in MLS.

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