Mercato MLS: da Larin a Acosta, consigli per gli acquisti

La globalizzazione calcistica è iniziata ormai da parecchi anni, e, com’è noto, il mercato americano, insieme a quello cinese, rappresenta l’ultima delle frontiere in termini temporali. E se alcune delle stelle del Calcio europeo hanno fatto un biglietto di sola andata per il Nord America, è ancora raro il percorso inverso, forse per la mancanza di attenzione dello scouting del Vecchio Continente verso un movimento cresciuto enormemente negli ultimi anni e che mostra ampi margini di miglioramento. Abbiamo individuato qualche nome tra i giovani della MLS con le carte in regola per salpare verso uno dei campionati continentali.

Il primo nome della lista è Cyle Larin. Classe 1995, di professione punta. Quest’anno il nazionale canadese ha già siglato 7 gol in 10 partite, ed è destinato ad aumentare il suo score. Aiutato da un fisico possente e da una compagnia di tutto rispetto (Kakà e Nocerino, tra gli altri), risulta bizzarro che nessuna squadra europea abbia ancora messo gli occhi su questo ragazzotto valutato circa 2,5 mln € da Transfermarkt. Orlando City chiede 8-10 milioni di dollari, ma chissà che qualcuno quest’estate faccia il primo passo. L’Oostende in Belgio ha fatto un’offerta da 3,5 milioni rimandata al mittente, ma gli estimatori non mancano in Germania e Regno Unito.

Rimanendo tra gli offensive players, spiccano diversi nomi, “marchiati” USA ma non solo. Di nazionalità statunitense segnaliamo due potenziali crack: Alex Muyl dei NY RedBulls, e Jordan Morris, campione in carica con i Sounders di Seattle. Partendo da quest’ultimo, il quasi 23enne Morris è un’ala abbastanza prolifica adorata dal pubblico, grazie alla spettacolarità del suo gioco, e in grado di giostrare anche da prima punta come nella scorsa stagione. Bravo nel dribbling, ha un fisico piuttosto massiccio e sta attirando su di sé le attenzioni di alcuni club europei (vedasi il periodo di prova con il Werder Brema). Alex Muyl ha un profilo simile a quello di Morris, seppur sia più agile e un po’ meno bravo sotto porta. Nato (non solo calcisticamente) a New York, nell’università di Georgetown Alex ha fornito un assist ogni due partite e, una volta tornato nella Grande Mela, ha trovato il gusto per il professionismo, un rendimento costante e la duttilità di giocare su entrambi i lati, requisito fondamentale per il calcio moderno.

Cambiando Paese d’origine, troviamo quello che riteniamo essere il più inspiegabile dei trasferimenti dello scorso anno: l’argentino Hector “Tito” Villalba. Basso di statura ma di tecnica sopraffina, Villalba è un classico esterno sudamericano, come tanti di quelli che si sono perfettamente ambientati nel nostro campionato, oggi rappresentati alla perfezione dall’atalantino “Papu” Gomez. L’ex San Lorenzo è stato tuttavia ignorato e Atlanta United ne ha approfittato, mettendo a segno un colpo di assoluto valore, ripagato ad oggi con 4 gol e 2 assist in 9 presenze.

Allontanandoci dalla porta, Kellyn Acosta di FC Dallas è uno di quelli che dovrebbe essere presente sui taccuini di mezza Europa. Texano di Plano, Acosta è un po’ terzino e un po’ centrocampista, ruolo che ricopre grazie ad una tecnica di base eccellente. Già vincitore con Dallas dello Supporters’ Shield, sembra ancora un po’ leggero per il calcio europeo, cosa che però non gli ha impedito di fare 2 gol e 2 assist in 8 apparizioni.

Infine, chiudiamo con un portiere, Jesse Gonzalez. Compagno di squadra di Acosta, di origini messicane ma nativo statunitense, il N.1 combina agilità e spettacolarità in 193 centimetri, qualità che l’hanno portato a conquistare i gradi di titolare. Ogni tanto risulta essere incerto nelle prese, in Europa dovrebbe competere con i migliori portieri del pianeta, ma sembra potersi giocare le sue carte, considerando i 22 anni e un futuro nel Tricolòr. Che sia lui il tanto agognato nuovo Jorge Campos?

di Luca Innocenti


 

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