MLS, Atlanta United: la chiave è Julian Gressel

Ad Atlanta hanno cominciato la MLS in grande stile; 2 vittorie e 1 sconfitta ma soprattutto 2 sold out alle prime due casalinghe. Tutto quest’entusiasmo è dovuto alla presenza sia del Tata Martino come head coach sia per la presenza di tantissimi giocatori latini, tra cui spicca su tutti Josef Martinez già a quota 5 reti dopo solo 3 match. In mezzo a tRisultati immagini per julian gressel ATLANTA UNITEDutto quest’entusiasmo e in mezzo a tutta questa corrente latina c’è però una figura chiave che con il sangue latino non ha niente a che vedere, si tratta di Julian Gressel.

Nato a Neustadt an der Aisch, paesino di 12.000 anime della Baviera, è un centrocampista che da giovanissimo giocava da trequartista alle spalle delle punte mentre ora, a 24 anni da compiere, ha trovato il suo ruolo davanti alla difesa, scombinando, ovviamente in maniera positiva, non poco i piani di Martino.

Di Julian Gressel si è parlato poco, è arrivato come ottava scelta di Atlanta al Superdraft, dove tutti parlavano di Miles Robinson, difensore centrale dei Syracuse, classe ’97, preso come prima scelta nonché seconda scelta assoluta. Ora però le cose son ben diverse; Robinson in MLS non ha ancora giocato un minuto mentre Gressel ha sempre giocato (243 minuti in totale) ed ha anche fornito un assist.

Julian si è guadagnato tutto sul campo. Inizialmente Martino aveva in testa di giocare con un 4-2-3-1 con Larentowicz e McCann a proteggere i 4 difensori e così è stato nelle prime due uscite della preseason. Gressel è stato mandato in campo contro i Seattle Sounders, nella terza partita stagionale, e, nonostante il cartellino rosso ricevuto, ha impressionato coach Martino per visione di gioco e velocità nello smistare il pallone ai compagni, facendo notare soprattutto per l’aiuto fornito al reparto offensivo, cosa che McCann non riusciva a portare.

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In queste immagini – prese da Dirty South Soccer – vengono evidenziati i canali di gioco nei quali coach Martino chiede di imbeccare gli esterni. Con in campo McCann, Almiron era costretto a venire incontro per ricevere il pallone in quanto l’irlandese, per caratteristiche tecniche, non è predisposto ad offendere mentre Gressel, si vede fin da subito, occupa una posizione più offensiva che permette ad Almiron di svolgere un solo compito ovvero quello di servire la punta senza dover andare a prendere il pallone a centrocampo.

Coach Martino in Gressel vede un giocatore in grado di aiutare gli attaccanti giocando il pallone con velocità e fluidità in modo da rendere la manovra nel complesso più rapida mentre, per caratteristiche, McCann non riesce a dare questo dinamismo. Notando ciò Martino decise di proporre un centrocampo a 3, passando quindi al 4-3-3 con in mezzo al campo: McCann, Gressel e Almiron.

Con questo modulo però Martino ha subito evidenziato parecchi limiti. Se McCann come perno centrale svolgeva bene il suo compito ciò non accadeva per Gressel ed Almiron che nel ruolo di mezze ali non davano il giusto contributo alla manovra offensiva. Martino ha deciso così di tornare al 4-2-3-1 con Gressel in mediana insieme a Larentowicz  tagliando quindi McCann dai titolari e riportando Almiron alle spalle della punta.

In particolare Gressel devo svolgere il compito di regista una sorta di mini-Pirlo che pensa servire gli attaccanti, mentre l’uomo che l’affianca (Carmona o Larentowicz) deve badare più a proteggere Gonzalez Pirez e Michael Parkhurst, i due difensori centrali. A Gressel viene per lo più richiesto di dare ampiezza al gioco ovvero di sfruttare quei canali esterni importantissimi per la svolgimento della manovra offensiva che prevede Tata Martino.

Julian Gressel sembra essere la vera chiave dello spettacolare gioco di Atlanta, un tedesco tra i latini, alla conquista degli USA.


 

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