NASL, San Francisco non solo Deltas: l’effimero SF Fog
La NASL 2017 che sta per cominciare vedrà ai nastri di partenza i San Francisco Deltas, che in preseason hanno battuto 1-0 i San Jose Earthquakes dimostrando le loro intenzioni di fare sul serio per contendersi la vittoria finale all’esordio. Forse non molti lo sanno, ma la città di San Francisco, dodicesima città più popolosa degli Stati Uniti famosa per il Golden Gate Bridge, i suoi tram, il gay district più famoso al mondo e una delle chinatowns più grandi e radicate d’America, ha anche una soccer history degna di nota. In tono minore rispetto ad altre città e schiacciata dalle altre franchigie di sport più tradizionalmente a stelle e strisce, quali i San Francisco 49ers, istituzione della NFL, e i San Francisco Giants, pietra miliare del baseball, ma comunque degna di nota se non altro dal punto di vista storico. Dopo i San Francisco Greek-Americans e i SF Golden Gate Gales di Advocaat, in questo appuntamento vi parleremo dei San Francisco Fog.
Un’altra avventura effimera quella dei San Francisco Fog, che disputarono la loro prima ed unica stagione nella lega indoor MISL durante il campionato 1980/81. Al termine del campionato David Schoenstadt, proprietario della franchigia indoor Detroit Lightning decise di spostare la squadra in California, consuetudine per noi europei aberrante ma comune negli Usa dove una franchigia pro sport è un marchio che può cambiare nome e città senza troppi problemi. Il neo rilocato sodalizio indoor scelse come nome quello di San Francisco Fog, omaggiando il fenomeno atmosferico marchio di fabbrica della metropoli. Come teatro delle gesta casalinghe venne scelto il Cow Palace, storica arena indoor utilizzata anche per baseball e hockey fino in tempi recenti ed anche dalla squadra NBA dei San Francisco Warriors , (rinominatisi poi Golden State Warriors) dal 1962 al 1971. La direzione tecnica della squadra viene affidata al giocatore/allenatore scozzese naturalizzato americano Johnny Moore , primo giocatore messo sotto contratto dai San Jose Earthquakes nel 1974. La sua direzione tecnica non fu tra le migliori e i San Francisco Fog mancarono l’accesso ai play-off vincendo appena undici partite e perdendo le restanti ventinove concludendo la stagione al quarto posto della propria conference.
La colpa di quest’annata da dimenticare non è però da attribuirsi ai demeriti di Moore bensì dalla scarsa qualità del parco giocatori. A parte Moore stesso ed il nigeriano Andy Atuegbu il resto del roster era composto nella quasi totalità da giocatori mediocri che sarebbero poi andati incontro a carriere anonime. Qualche altra eccezione può essere rappresentata dal giamaicano Art Welch, attaccante invero non molto prolifico nella sua carriera e che non giocò nemmeno una partita nei Fog per via di una rottura ai legamenti avvenuta nel 1979 che di fatto pose fine alla sua carriera. Da ricordare anche l’inglese naturalizzato americano Geoff Davis, centrocampista nelle serie minori inglesi e non nuovo negli Usa con le maglie di Boston, Chicago e San Jose e che proprio a San Francisco concluse col calcio giocato; il difensore Buzz Demling già di St Louis Stars e San Jose Earthquakes, e suo fratello Mark, anche egli difensore con un passato nella NASL a San Jose e San Diego.
Un’ulteriore curiosità che deve far ragionare sulla qualità della rosa dei Fog è la storia dell’ italo-americano Len Salvemini, il quale dopo la stagione a San Francisco intraprese una carriera militare di tutto rispetto riuscendo a diventare addirittura colonnello. Dopo questa deludente annata la proprietà decise di trasferirsi nel Missouri, dove i Fog diventeranno i Kansas City Comets andando incontro ad una storia ricca di gloria ed onori, lasciandosi alle spalle la California facendo calare così il sipario sull’effimera storia dell’indoor soccer in quel di San Francisco.
di Dario Torrente
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