Intervista Esclusiva, Tranquillo Barnetta: “Tutto sulla mia esperienza in MLS”
Considerato uno dei giocatori svizzeri più talentuosi, Tranquillo Barnetta è stato uno dei Designated Player europei più importanti della Major League Soccer (MLS). Nelle ultime due stagioni è stato un giocatore chiave per i Philadelphia Union, totalizzanto sei gol e sette assist in quaranta partite e conquistando un posto ai playoff nella MLS 2016. MLSSoccerItalia.com ha avuto l’onore di avere un’intervista esclusiva con Barnetta, chiacchierando della sua esperienza americana e della crescita del calcio negli Stati Uniti. (Click Here for the English Version)
Dopo tanti anni ad alti livelli in Europa, cosa la spinse verso la Major League Soccer?
Dopo 12 anni di Bundesliga era arrivato il momento per me di provare una nuova esperienza da qualche altra parte. I Philadelphia Union si sono dimostrati subito interessati a me e molto professionali. Dopo i primi contatti ho capito subito che avevo già preso la mia decisione. Mi avevano promesso che avrei fatto parte di qualcosa in grande crescita e quella promessa è stata mantenuta sia dal club che dalla città.
Aveva la sensazione che il campionato fosse inferiore?
Onestamente no. Prima di andare negli Stati Uniti avevo visto qualche partita su Eurosport e avevo potuto vedere che c’era del potenziale nella MLS, basta guardare agli stadi e così via. Ho scelto di trasferirmi e vedere come sarebbe andata. Sono rimasto sorpreso dalla professionalità che mettono in quello che fanno. Inoltre mi spiegarono che gli Union fino a pochi anni fa non avevano uno stadio di proprietà e attrezzature, mentre in pochi anni le cose sono migliorate velocemente.
E sul campo?
Ho avuto bisogno del mio tempo per ambientarmi perché il gioco è veramente velocissimo e completamente diverso dall’Europa. Non ero abituato
In cosa si concentrano maggiormente i giocatori negli Stati Uniti?
Dipende dalle diverse realtà. Ci sono giocatori di qualità e altri che ne hanno meno che quindi si concentrano a migliorare la loro forza fisica. Nel campionato però ci sono diversi giocatori sudamericani con una buona tecnica.
Cosa mi dice dei giovani Andre Blake, Keegan Rosenberry e Fabian Herbers?
Blake è stato pazzesco. Con lui abbiamo avuto un ottimo portiere che ci ha permesso di guadagnare diversi punti. Rosenberry e Herbers mi hanno stupito perché pur arrivando dal college, alla prima stagione con la prima squadra giocavano come veterani. Sono tutti ragazzi che lavorano duro e che provano a dare tutto sul campo, con la voglia di imparare sempre qualcosa di nuovo, anche quando li correggi.
Qual è stato l’avversario più duro in MLS?
Più che un avversario in particolare, direi che ci sono state diversi fattori totalmente nuovi per me che mi hanno messo in difficoltà. Per esempio, il caldo di Houston, Texas fu qualcosa di terribile. Anche i lunghi e frequenti viaggia verso la West Coast sono stati una novità che hanno consumato un po’ le mie energie.
Sul campo abbiamo affrontato grandi squadre come il New York City e i New York Red Bulls, con cui avevamo anche un po’ di rivalità. Contro il Toronto FC sembrava di giocare in Europa per il calore del pubblico e degli ultras. C’è una cosa da sottolineare e che mi ha colpito molto negli USA, cioè la fedeltà della gente verso le squadre dello stato o delle zona in cui sono nati, anche in più sport.
Qualcosa di strano che ha incontrato in MLS?
Sicuramente giocare in casa, a Philadelphia, con una barca dietro di noi!
Com’è il livello generale della MLS?
Penso che più il livello si alzerà e più i giocatori saranno pronti per sbarcare in Europa. Però è giusto che la lega non stia cercando di trasformare il loro calcio in quello europeo, anche se portare dei giocatori importanti dall’Europa agli Stati Uniti è importante per migliorare le qualità di base individuali.
Un campionato con i playoff nella postseason: quanto le ha fatto strano?
E’ stata un’esperienza un po’ particolare per me e diversa dal solito. E’ una soluzione che aiuta molto le piccole leghe in crescita, perché se ci fosse una sola squadra buona nel campionato, questo finirebbe dopo venti partite e non interesserebbe più. Con questo sistema i tifosi possono godere di un campionato combattuto fino alla fine.
Come vede i Philadelphia Union nel 2017?
Penso che l’obiettivo principale della squadra sia quello di centrare i playoff un’altra volta. Con un paio di buoni acquisti credo che sia alla portata.
E la MLS da qui a cinque anni?
C’è una buona possibilità che si possa fare un ulteriore salto di qualità e passare al livello successivo se continueranno a fare quello che stanno facendo. Se ogni club potrà competere sul mercato, miglioreranno molto.
C’è una cosa che non le piaceva del sistema americano?
Sì, ma non credo cambierà. Non mi piaceva il fatto che i Rookies scelti al Draft muovano i loro primi passi nel calcio “dei grandi” a 22-23 anni. E’ veramente tardi. Se iniziassero a giocare a fianco degli adulti un po’ più giovani, avrebbero più chances di poter ambire a giocare in campionati europei.
Dopo le due stagioni passate in Pennsylvania, Tranquillo Barnetta ha deciso di tornare a giocare nella sua Svizzera, più precisamente con l’FC St Gallen nella Super League, squadra della sua città natale. Ed è proprio nel ritiro della squadra svizzera che lo abbiamo raggiunto.
Come ci si sente ad essere tornato a casa?
E’ una bella sensazione essere di nuovo a casa. Ho lasciato San Gallo a 19 anni e sono stato via per tantissimo tempo. Ho avuto belle esperienze in Germania e negli Stati Uniti, ma è comunque bello essere tornato. La città è contenta tanto quanto lo sono io
Nella sua carriera ha giocato a lungo in Germania, come descrive quella esperienza?
Penso che il calcio da quelle parti sia migliorato molto, specialmente dopo il Mondiale 2006. Quel torneo fu spettacolare e i nuovi stadi hanno dato l’impulso a tutto il movimento, perché da lì sono sempre stati pieni. Il campionato è cresciuto e star mondiali hanno cominciato a giocare in Bundesliga come Ribery e Robben.
Con la nazionale svizzera ha partecipato in qualche grande torneo: quanto è cresciuto come calciatore?
Mi hanno aiutato molto come giocatore e come persona. Durante l’Europeo del 2004 non ho giocato, ma fu un’esperienza formativa importante che mi aiutò a superare diverse questioni. Arrivai più preparato al Mondiale 2006.
Quali sono i giocatori svizzeri più forti con cui ha giocato?
Ho giocato con grandi calciatori come Hakan Yakin e Alexander Frei. Al momento credo che i migliori siano Shaqiri e Ricardo Rodriguez.
Il saluto di Tranquillo Barnetta ai lettori e followers di MLSSoccerItalia.com
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