I Tampa Bay Rowdies vogliono la MLS: c’è il progetto

Tampa Bay ha voglia di ritornare in MLS. A quindici anni dallo scioglimento dei Tampa Bay Mutiny, il proprietario dei Rowdies – Bill Edwards – ha ufficialmente lanciato la campagna per riportare il massimo livello del calcio nordamericano a St. Petersburg, Florida qualche chilometro a sud-ovest di Tampa, sede dell’attuale franchigia di USL.

In un evento organizzato in grande stile, Edwards ha anche presentato il progetto per il rinnovo e l’espansione dell’Al Lang Stadium da 7227 a 18000 spettatori, un bellissimo impianto in riva al mare a pochi passi dal museo dedicato a Dalì. Un progetto da 80 milioni di dollari che sarà interamente finanziato da privati. E’ dal 2013 che l’ambizioso presidente ha in mente di raggiungere la MLS il prima possibile, ed ora è venuto allo scoperto.

I primi colloqui col commissioner MLS Don Garber sono già stati avviati, secondo quanto dichiarato da Edwards anche in diretta Facebook, e le aspettative sono di nuovi incontri a gennaio 2017. Un primo parere positivo dal commissioner sarebbe già arrivato, fondamentale per i passaggi successivi soprattutto per quanto riguarda le potenzialità del mercato nella regione di Tampa Bay, pur con la vicina Orlando a detenere i diritti per il territorio e per le tv in quel territorio. Un ostacolo superabile, secondo Don Garber. Sempre secondo il presidente dei Rowdies ci sarebbe già un buon gruppo di investitori interessati al progetto.

“La MLS ha incontrato Bill Edwards e sta valutando la proposta di espansione nell’area di Tampa Bay – ha dichiarato Dan Courtemanche, il vicepresidente esecutivo della MLS -. C’è una grande tradizione calcistica da quelle parti che dura da oltre 40 anni, e siamo rimasti colpiti dal progetto di espansione dello stadio a St Petersburg. Nei prossimi mesi ci aspettiamo di approfondire la questione”.

Un ritorno in MLS, quello di Tampa Bay, possibile ma non certo e sicuramente non a stretto giro di calendario. Al momento ci sono 22 squadre in MLS che diventeranno 24 entro il 2018 con l’ingresso di Atlanta e Minnesota nel 2017 e di LAFC l’anno successivo, con Miami sullo sfondo che sta trovando qualche difficoltà in più del previsto a trovare gli ultimi investitori. L’obiettivo della MLS è di arrivare a 28 squadre e le prossime espansioni potrebbero essere annunciate a metà dicembre. St Petersburg, infatti, è in ottima compagnia: Austin, Cincinnati, Detroit, Nashville, Sacramento, St Louis, San Antonio, San Diego e Raleigh hanno pubblicamente dichiarato le loro intenzioni e l’interesse nel costituire una nuova franchigia.

I criteri per costituire una franchigia MLS

– Una proprietà locale impegnata sul territorio e con capacità finanziare appropriate
– Uno stadio di proprietà in cui la società controlli l’evento. La maggior parte degli impianti MLS può ospitare 20-30mila spettatori
– Un mercato appropriato capace di attrarre sponsor, partnership televisive e un’area geografica appropriata
– Una fan base forte ed appassionata

Il prossimo passo di Edwards va proprio in direzione dei tifosi. Dopo aver abbandonato la NASL per prendere parte alla USL 2017, l’obiettivo del presidente dei Rowdies è quello di dimostrare alla lega che la squadra ha abbastanza tifosi a supporto e diversi sponsor pronti ad abbracciare il progetto MLS. Ma per far sì che il tutto possa andare avanti, la società ha bisogno dell’appoggio cittadino, nel vero senso della parola. L’Al Lang Stadium, infatti, è pubblico e per diventare di proprietà della società, come richiesto dalla MLS, serve un referendum cittadino che dia il benestare all’operazione. A questo proposito il sindaco di St Petersburg si è schierato a fianco di Edwards: “Siamo una città da Major League e lavoreremo a fianco dei Rowdies per portare la MLS in città. Dobbiamo mostrare tutti la nostra vicinanza al progetto e far vedere al commissioner che St Petersburg vuole la MLS in città”. Anche per questo è stato lanciato l’hashtag #MLS2StPete.


 

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