MLS, finale Eastern Conference: il cuore italiano di Toronto
Tempo di finali di Conference per la MLS 2016. A Est la storia è tutta canadese con Toronto e Montreal che hanno preso sul campo la loro rivincita verso la snob New York. All’Olympique Stade di Montreal, in Quebec, per la prima volta la foglia d’acero sventolerà interamente sulla sfida che decreterà, dopo il ritorno al BMO Field, la prima franchigia canadese di sempre a giocarsi una finale di MLS Cup.
Se in Quebec la comunità italiana sfiora le 250mila unità, anche a Toronto i nostri connazionali – trasferiti o d’origine – non mancano, anzi. Sono una parte importante del tifo per i Men in Reds, e anche in curva alcuni canti prendono spunto dai tifosi italiani. Gli Inebriatti, per esempio, sono gemellati con i tifosi del Genoa così come a Montreal ci sono legami con quelli del Bologna.
Un legame amplificato da “Toronto FC Italia“, un gruppo molto attivo sui social che racconta la settimana di Giovinco e compagni ai tifosi più lontani. Prima della storica trasferta di Montreal abbiamo intervistato Emanuele Garau, ragazzo sardo trasferitosi a Toronto e fondatore del gruppo (@TorontoFCItalia su twitter).
– Che aria si respira a Toronto durante questi playoff?
C’e’ tanto entusiasmo. Al BMO Field come nei social networks regna l’euforia e la voglia di “esserci” . Alla luca degli ultimi risultati il Toronto FC ha comunque sfoderato la migliore stagione dall’anno della sua costituzione. La citta’ stessa pare (finalmente) accorgesene.
– Il BMO Field sembra essere l’arma in più per la squadra, sei d’accordo?
Assolutamente si. L’apporto del pubblico e’ stato ed e’ encomiabile. L’atmosfera che si respira al BMO Field e’ impagabile. Probabilmente anche chi ha seguito le partite alla tv si sara’ reso conto del grande sostegno da parte dei tifosi canadesi.
– Il tifo di TFC ha legami con l’Italia, ci racconti un po’ il clima partita e il legame con i giocatori?
Sono tantissimi gli italo-canadesi che prendono posto sugli spalti del BMO Field. In curva, per esempio, in alcuni casi i cori o i canti dei supporters si rifanno a quelli delle curve italiane. Il gruppo “Inebriatti”, giusto per fare un esempio, prende spunto dai successi italiani del passato. Basti pensare al testo “L’estate sta finendo” dei Righeira che (tradotto e adattato in lingua inglese) spesso e volentieri viene cantato nel settore sud dello stadio. Il legame tra la tifoseria e la squadra e’ molto stretto. I giocatori cercano e ricambiano l’affetto del pubblico in diversi modi come per esempio suonando i tamburi a fine partita o lanciandosi tra i tifosi dopo ogni gol. Giovinco, giusto per fare un altro esempio, saluta frequentemente i diversi settori dello stadio anche e soprattutto durante i 90′.
– A proposito, che differenze hai trovato con il modo di vivere il calcio in Italia nel rapporto con società e calciatori?
Un’abisso. Mi ero disinnamorato del calcio e soprattutto di quello nostrano. Ho riscoperto questo sport proprio qui in Canada dove viene vissuto in maniera gioiosa e mite. Il clima e’ sereno e la stampa non ha il fiato sul collo dei giocatori. Ho perso il conto dei bambini e delle famiglie che ogni gara occupano gli spalti del BMO Field. La violenza e le tensioni che ho vissuto negli stadi italiani sono solo un brutto ricordo. Non e’ poi cosi difficile entrare in contatto con i giocatori e lo staff societario. Alcuni dei giocatori che ho avvicinato sono davvero disponibili e alla mano.
– Tolto Giovinco per ovvi motivi, quali sono i giocatori chiave di TFC per te?
Morrow, Altidore, Osorio e Moor sono tra i giocatori piu’ rappresentativi della squadra. Ma potrei andare oltre.
– Com’è nata la passione per Toronto e Toronto FC?
Ho conosciuto per la prima volta il Canada nel 2004. E’ stato subito amore a prima vista. La passione per i Reds, invece, e’ nata per caso durante uno dei tanti viaggi. Qualche anno fa ho assistito per caso alla sfida con i New York Red Bulls.Sara’ stata l’atmosfera che ho vissuto all’interno e all’esterno dello stadio ma ho sin da subito sviluppato un attaccamento nei confronti dei Reds. Col tempo ho poi iniziato e portato avanti dei progetti legati alla Comunicazione come “Toronto FC Fans” e per l’appunto “Toronto FC – Italia”. Quest’ultima e’ l’unica fonte in lingua italiana presente su Twitter dedicata esclusivamente al TFC.
– Com’è la vita a Toronto da italiano appena trasferito?
Stimolante. Il Canada offre tanto e non mi riferisco solo alle prospettive lavorative. Non rimpiango di aver fatto questa scelta e sono felice all’idea che un giorno diventero’ un cittadino canadese.
– Cosa ti affascina, cosa ti ha sorpreso e cosa dovrebbe migliorare la MLS?
La competizione di per sé sta diventando sempre piu’ avvincente. L’apporto di alcuni giocatori provenienti da altre leghe sta sicuramente garantendo un livello di gioco accettabile e talvolta spettacolare. Credo che nei prossimi anni non sentiro’ piu’ parlare della MLS come il torneo dell’oratorio. La MLS, intesa come organizzazione, ha ancora tanti margini di miglioramento. A mio avviso, ci sono ancora degli ambiti su cui deve necessariamente migliorare ma nel complesso la ritengo piu’ “sana” di altre leghe europee.
– Chi vincerà la MLS Cup? Non vale indicare Toronto…
Seattle. Non me ne vogliano i “cugini” di Montreal.
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