Espansione MLS: “12 città per 4 posti”

All’intervallo della sfida tra l’MLS All Star e l’Arsenal, vinta 2-1 dai Gunners, è intervenuto il commissioner della MLS Don Garber. Tra i tanti temi toccati e le diverse risposte fornite agli ospiti di ESPN, Garber è tornato a parlare della “expansion” prevista nei prossimi anni, fino alle 24 squadre del 2020 per poi arrivare almeno a 28. La prima franchigia, come noto, sarà Atlanta United che nei giorni scorsi ha già iniziato a ufficializzare i propri acquisti, come Villalba. Gli altri nomi sono i soliti: Garber ha citato il Los Angeles FC e la franchigia di Miami a cui sta lavorando da tempo David Beckham.

Atlanta è pronta – ha ammesso Don Garber -. Hanno presentato il loro progetto al nostro Consiglio, portando già 31mila abbonati, un centro sportivo di livello mondiale e progetti di sviluppo giovanile importanti. Nel 2017 faranno parte della MLS e nelle prossime settimane formalizzeranno altri accordi con nuovi giocatori”.

Ad Atlanta United FC vanno aggiunti altri tre posti. “Abbiamo altri due nomi molto caldi. Il LAFC dovrebbe iniziare i lavori per il proprio stadio in downtown entro le prossime due settimane e speriamo che ci siano passi avanti anche sul fronte Miami. In ogni caso abbiamo altre quattro società interessate. Ma non posso sbilanciarmi e dobbiamo stare tutti attenti a fare le cose per bene e valutare ogni aspetto dell’espansione. Ci sono dodici città almeno interessate agli ultimi quattro posti”. Di recente si è parlato di Detroit, St Louis, Minnesota, Sacramento e San Antonio.

La situazione più intricata resta quella del Miami di Beckham. Sir David e il suo gruppo hanno acquistato il terreno in Overtown dove costruire lo stadio, ma manca ancora una porzione per cui sono in trattativa con la contea di Miami-Dade: “Ci vuole tempo – ha rivelato Garber – e dobbiamo fare le cose bene. Abbiamo già fallito una volta lì e non possiamo permetterci un altro errore. Abbiamo buoni investitori, un sito dove costruire lo stadio e la presenza di Beckham è una certezza. Ma serve tempo”.


 

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