#SoccerItalians esclusiva: De Matthaeis spiega il calcio giovanile USA

Torna l’appuntamento con #SoccerItalians, lo spazio dedicato agli italiani che stanno cercando o hanno trovato fortuna negli USA. Questa volta abbiamo puntato ancora più in alto intervistando uno dei primi calciatori italiani a giocare negli Stati Uniti, Ferdinando De Matthaeis. Pugliese di Alberona, provincia di Foggia, ha giocato nei New York Cosmos dal 1981 al 1984 in compagnia di campioni del calibro di Pelé, Chinaglia, Neeskens e Van der Elst. Oggi De Matthaeis è uno stimato allenatore, ha a che fare coi giovani talenti americani e ha visto crescere l’intero movimento “soccer” Oltreoceano. Per cercare di capire meglio la situazione del calcio giovanile noi di MLSsoccerItalia.com abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistarlo.

Come funziona in America il calcio a livello giovanile? 
Per rispondere alla domanda posso sintetizzare la risposta con questa frase: “pay to play”. In pratica i giovani calciatori americani pagano per fare parte di un club, per tutta la durata del loro percorso giovanile. Quindi da questo punto di vista è un business sul quale molti addetti ai lavori campano. Il calcio giovanile, secondo il mio parere, è una vera e propria macchina da soldi. Ci sono più di 25 Cosmos 82 Home Team 3milioni di praticanti negli States. Però è un calcio solo ed esclusivamente “organizzato”, non esiste spontaneita’ . Tra i ragazzi non c’è iniziativa di organizzarsi per giocare nel cortile di casa o per strada né farsi una partita senza la presenza di un allenatore che ti dia delle direttive o che ti metta in condizioni di allenarti e non di “giocare” e divertirti.

Ci può fare un esempio di settimana tipo di un giovane calciatore?
Due o tre allenamenti a settimana non di più. Mamma o papà accompagnano il bambino in macchina all’allenamento, lo ‘scaricano’ al campo e lo rivengono a prendere dopo un’ora e mezza. Lui ha già il completo di allenamento addosso perché in America non c’è assolutamente la cultura dello spogliatoio e senza nemmeno socializzare si aggrega al gruppo. L’allenatore ha già preparato la seduta di allenamento. Il ragazzo si allena per un’ora e mezza (magari se è fortunato mezz’ora la si dedica alla tecnica di base) , scappa di corsa per tornare in macchina e poi si ripresenta dopo due giorni per fare la stessa cosa. In pratica in una settimana si allena al massimo 4-5 ore. Il pallone non viene più toccato fino all’allenamento successivo. So che anche in Italia o in Europa c’è la “moda” della scuola calcio però voglio sperare che ci siano ancora ragazzini che giocano per strada e che facciano del calcio una vera passione.

In che modo è strutturato il sistema giovanile?
Da circa 10 anni a questa parte la Federazione Americana ha istituito il Developmental Academy che sta cambiando il sistema giovanile. In pratica i club con più risorse, sia economiche che strutturali, vengono prescelti in tutto il territorio nazionale. Ci sono circa 94 accademie in tutti gli States che partecipano ad un campionato nazionale (tipo allievi o primavera italiana). Quelle societàsono le più ambite dai calciatori perché hanno una visibilità a livello nazionale e molti dei College americani attingono a queste Accademie per trovare talenti e offrire borse di studio ai giocatori più forti.

Che funzione ha il College Americano nella crescita di un giocatore? Reputa che un calciatore che punta ad arrivare in MLS debba passare dal College?
Molte squadre MLS si stanno strutturando con un settore giovanile simile a quello europeo. Anche i giocatori più giovani vengono selezionati e messi in prima squadra ad una giovane età, senza attendere che i giovani calciatori finiscano il percorso universitario. E’ un processo lungo ma si stanno iniziando a vedere i primi risultati. Secondo il mio parere, il calcio NCAA non può dettare legge sul futuro dei talenti americani, perchè il calcio universitario nonostante abbiano a disposizione, secondo il parere di molti, il meglio del settore giovanile. Secondo il mio modesto parere dovrebbero essere i club professionisti ( MLS, NASL,USL PRO) a reclutare i migliori talenti e offrirgli le borse di studio per potersi laureare. Questa però è solo un’idea.

Lei oggi di cosa si occupa come allenatore?
Io lavoro con la Cedar Stars Academy nel New Jersey come director of coaching e alleno anche la squadra “Primavera” (U-18). Il proprietario del club è un uomo d’affari che è appassionato di calcio e sta facendo degli investimenti importanti nel settore. E’ da circa 4 anni che ci conosciamo e che mi fa la corte e finalmente ho accettato la sua proposta. Ha un progetto molto ambizioso ed e’ una situazione molto stimolante.

Com’è il livello e la preparazione dei tecnici Americani? ( Nocerino a noi ha detto: “Devono ancora imparare molto da quelli europei” )
Per quello che ha detto Nocerino, sono pienamente d’accordo. Il problema è che gli allenatori hanno come obiettivo la vittoria e non la crescita del ragazzo. La squadra vinceCosmos 81-82 Indoor Home Back Fernando de Mattheisnte attira più ragazzi di conseguenza ci saranno più introiti . Si fa di tutto per cercare di vincere e poco per la crescita del calciatore. Tecnicamente viene fatto un discreto lavoro, ma la metodologia di insegnamento ha pochi contenuti e non c’è continuità o progressione nei metodi di istruzione. Tatticamente hanno delle lacune enormi e soprattutto con l’evoluzione del calcio moderno, questo fattore si riflette sulle prestazioni della nazionali statunitense. Gli Stati Uniti non hanno mai avuto un sistema di gioco che gli appartiene ( es: catenaccio e contropiede italiano, gioco lungo e diretto degli inglesi oppure il tiki-taka spagnolo) per cui non hanno mai un’identità propria , si accingono ad imitare l’ultimo trend andando però in confusione .

Ci può fare un esempio di un calciatore che ha avuto successo nella carriera professionistica passando dal College?
Un esempio lampante di un giocatore che ha finito il percorso scolastico e poi ha perseguito una carriera professionistica è Tab Ramos. Tab ha giocato in USA (Metrostars tra le altre squadre) in Europa ( Real Betis) e ha più di 80 presenze con la nazionale Americana insomma è un’icona del calcio statunitense. Ramos tuttora è il secondo di Klinsmann in nazionale, è il direttore tecnico di tutte le nazionali minori ( U-23, U-20, U-17, U-15) ed allena la U-20 americana. Ricordo benissimo che quando io giocavo con i Cosmos , Tab all’eta’ di 16 anni si venne ad allenare con noi perché era stato segnalato per le sue qualità tecniche. Gli fu offerto di firmare un contratto ma lui scelse di andare al College a NC State perché gli avevano consigliato di laurearsi prima e poi di iniziare la carriera da calciatore. E lui c’e’ riuscito. Secondo me pero’ di storie simili ce ne sono pochissime perché io continuo ad insistere che il percorso universitario nuoce alla qualità del calcio Americano. C’è da dire che Tab, rispetto alla generazione attuale dei calciatori, si allenava per strada con i suoi amici John Harkes, Tony Meola ( anche loro del NJ e anche loro hanno fatto carriera con il calcio) oltre a giocare con le squadre di club! Questo è un dettaglio molto importante da non trascurare.

In che modo sarebbe possibile migliorare il livello giovanile del calcio americano e sfornare piu’ talenti?
E’ una domanda che richiederebbe un paio d’ore di riflessioni. E’ circa trent’anni che cerco di dare una risposta a questa domanda e posso solo dire che di progressi ne sono stati fatti ( la qualità di calcio delle squadre di MLS è migliorata tantissimo), ma la crescita è stata molto lenta e graduale. Secondo me il calcio sta diventando parte della cultura Americana, ma fin quando il sistema non si allinea con il resto del modo non potremo vedere gli Stati Uniti dominare in questo sport. In primis l’ appartenenza dei giocatori americani che sono liberi ogni anno di scegliere dove giocare e i vari club non hanno nessun diritto sui giocatori, per cui le societa’ pensano solo a vincere invece di far crescere il ragazzo e poi ‘rivenderlo’ come il resto del mondo. Infine molto più importante è la mancanza di un sistema promozione – retrocessione. Non ci sono incentivi per le squadre minori di salire di categoria per cui i campionati diventano solo tornei in cui le squadre si iscrivono ogni anno e di conseguenza c’e’ una mancanza di stimoli.


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