Felipe Martins in esclusiva: “Italia nel cuore, ma il futuro è la MLS”
Nominato Player of the Week 3, Felipe Campanholi Martins è una delle note liete dei New York Red Bulls di inizio stagione. Con i suoi due gol contro Houston ha avuto un ruolo decisivo nell’unica vittoria stagionale (4-3 contro Houston), ma non tutti sanno che la carriera del centrocampista dotato di grande piede e altrettanta personalità, ha avuto inizio in Italia, al Padova, dove ha trovato moglie e tanti amici. Noi di MLSsocceritalia.com lo abbiamo raggiunto a New York per fare due chiacchiere sulla MLS e non solo.
Red Bulls, Felipe Martins: “Ho l’Italia nel cuore, ma il mio futuro è in MLS”
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Prima dell’ingiusta espulsione rimediata contro New England, è stato nominato Player of the Week 3
E’ stato bellissimo, la prima volta in cinque anni che sono qui. E’ stata una grande soddisfazione per me
I suoi gol hanno portato l’unica vittoria in campionato dei Red Bulls: vi aspettavate un inizio difficile?
Abbiamo avuto un inizio sottotono, ma i conti non tornano perché abbiamo giocato buone partite, soprattutto con Toronto. Abbiamo pagato errori individuali che di solito non commettiamo. Contro Houston abbiamo avuto la forza di reagire e trovare la vittoria. (Contro i Revs un’altra sconfitta 1-0 ndr)
Com’è cambiata la MLS dal momento del suo arrivo a Montreal nel 2011?
Quando arrivai io c’erano già grandi campioni, ho giocato con Nesta e Di Vaio agli Impact, ma in questi cinque anni le cose sono migliorate molto. Ci sono stadi e squadre nuove con una mentalità più professionistica. C’è più attenzione sotto ogni aspetto e anche i giornalisti ci cercano di più. Siamo curati e seguiti sotto ogni aspetto, gli stadi sono pieni e c’è grande rispetto sia in campo che tra i tifosi. E’ molto bello giocare qui.
Cosa manca alla lega per fare il salto di qualità?
La MLS ci dà tutto quello che ci serve per fare al meglio il nostro lavoro. Gli stadi e i viaggi sono perfetti, noi dobbiamo solo pensare a giocare. Il punto dolente, però, è il Salary Cap. Dovrebbero aumentare il budget a disposizione delle squadre così da poter attrarre anche altri grandi campioni.
La sua carriera è partita dall’Italia, Padova.
Sì ho esordito in Coppa Italia contro la Reggiana e giocato quattro partite ufficiali nel campionato di Lega Pro vinto col Padova. Mi è spiaciuto andare via.
Che rapporto ha con l’Italia?
Mia moglie è di Padova e ho i suoceri lì. Ogni anno torniamo e restiamo in Italia 3-4 settimane. Ho ancora diversi amici e alcuni dei miei ex compagni, come Falsini. L’Italia avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
Con l’offerta giusta tornerebbe? Dove le piacerebbe giocare?
Ora come ora no, penso che la MLS sia l’opzione più giusta per la mia carriera. Ma mai dire mai nel calcio. Dovessi scegliere una squadra… mi è sempre piaciuto il Genoa.
I New York Red Bulls per cosa lotterebbero in Serie A?
Credo che minimo saremmo a metà classifica, puntando verso l’alto. Il nostro modo di giocare per intensità e velocità metterebbe in difficoltà diverse squadre.
Proprio per il livello di fisicità Pirlo e gli altri top player arrivati dall’Europa faticano?
Qui c’è tanta intensità e molto si gioca sul piano fisico. Chi viene qua deve adattarsi ad allenamenti intensi e anche se la qualità tecnica sta crescendo, se non ci si abitua ai ritmi MLS si farà sempre fatica. Penso che nella loro carriera questi grandi campioni non si siano mai allenati a un livello fisico così alto e intenso, nemmeno in partita.
Ci dice qualche suo compagno da tenere d’occhio?
Vi dico Tyler Adams, centrocampista classe 1999. E’ da poco con noi in prima squadra, ma ha tanta qualità e sentirete parlare di lui, si sta allenando bene con noi. Poi Sean Davis, centrocampista classe 1993.
Quale sarà la sorpresa del campionato quest’anno?
Tante squadre si sono rinforzate molto. A Ovest penso che i Colorado Rapids abbiano le carte in regola per essere la vera sorpresa.
C’è qualche giocatore a cui si è ispirato?
Ne ho avuti tanti, ma Cafù è quello che mi è sempre piaciuto di più. E’ sempre stato un esempio per la gioia e la professionalità con la quale si è allenato e giocava. Tutto cuore.
Invece qual è il suo rapporto con Kakà e Adriano?
Ho giocato contro Ricardo. Ad Adriano invece ho mandato la mia maglietta firmata di recente. Sono sicuro che tornerà a buoni livelli perché è ancora giovane e ha grande voglia di tornare. E’ fortissimo.
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