Usa fuori da Russia 2018: passo indietro di 30 anni, e ora?

Incredibile, pazzesco, inaspettato ma reale. Gli Stati Uniti si sono sportivamente suicidate in una folle serata in Trinidad&Tobago, sconfitti 2-1 da una Nazionale di livello decisamente inferiore con l’aggravante dell’assenza totale di motivazioni, al contrario degli uomini di Bruce Arena a cui, dopo il 4-0 di Orlando a Panama, bastava un pareggio per staccare il pass per Russia 2018. Invece niente, sconfitti ed eliminati senza nemmeno passare dal playoff contro l’Australia. Un’umiliazione che ricaccia il calcio americano, soccer, indietro di almeno 30 anni, vanificando il buon lavoro svolto negli ultimi anni e la crescita degli ultimi Mondiali.

Era dal 1986 che gli Usa non mancavano l’appuntamento con le nazionali più forti del mondo. Sette Mondiali consecutivi, di cui uno in casa, in cui la crescita del movimento è stata lenta ma inesorabile, con una grande differenza col passare del tempo: 31 anni fa del soccer agli americani interessava meno della politica estera del Bhutan (per fare un nome a caso); oggi la MLS e il calcio negli Stati Uniti sono una realtà capace di riempire stadi e attirare campioni e riflettori da mezzo mondo, oggi il calcio interessa e i ragazzini per strada lo praticano più di baseball e football. Insomma, l’assenza a Russia 2018 sarà una bella botta per tutta la USSF che paga errori propri più di ogni altra cosa.

Certo in campo vanno i giocatori e sono loro ad aver fallito l’opportunità di strappare un misero pareggio contro Trinidad&Tobago, ma la crisi della federazione è ben visibile ormai da diversi anni ed ha attirato critiche anche importanti col passare del tempo. Da Alexi Lalas in giù, in molti hanno criticato la scelta di allontanare Jurgen Klinsmann, con tutti i limiti del caso provò a far fare il salto di qualità tattico alla squadra, per riaffidare le sorti della USMNT a Bruce Arena, tecnico vincente senza dubbio, ma portatore di un calcio arretrato di almeno 10 anni e con poca propensione al cambiamento. Bruce è andato per la sua strada, sbagliata nei modi e nelle scelte, e se alla fine del sentiero si è trovato un muro, non sono stati i pochi a tentare di dissuaderlo durante il percorso.

E adesso? I complottisti che parlano di una eliminazione programmata per evitare la Russia possono festeggiare nella loro ignoranza (o sarcasmo), ma la realtà è che la USSF si trova a far fronte a un problema che in pochi si sarebbero immaginati di dover affrontare in una realtà come la CONCACAF. Ci sono i cocci da rimettere al proprio posto, ripartendo da un progetto che vedrà Christian Pulisic come astro assoluto attorno a cui far ruotare tutti gli altri corpi celesti. Il numero 10 è il futuro degli USA, ma serve un progetto tecnico moderno e con esso una guida capace di selezionare gli elementi giusti per cucinare una ricetta di nuovo gustosa e soprattutto affidabile. Una scelta anche coraggiosa, iniziando dall’allontanamento di Bruce Arena per trovare una via futuristica e futuribile per non dissipare nel nulla tutto quell’entusiasmo che il calcio sta accendendo Coast-to-Coast.

Ma attenzione. Il ct non dovrà passare alla storia come unico colpevole di questo scempio calcistico, anzi. Questa dovrà essere l’occasione per ripartire da zero dopo aver toccato il fondo, dando vita a una nuova corsa all’oro anche in ambiti federali.

Le responsabilità sono da condividere con molti. I senatori in primis, ma anche il presidente Sunil Gulati che negli ultimi anni ha perso tempo dietro a esperimenti e scelte discutibili che si sono ripercossi in campo, con il risultato di perdere tutta quella fetta di popolazione che al calcio si accosta solo in occasione dei Mondiali.

E’ il momento per la USSF di dimostrare la maturità anche dietro la scrivania. Nelle federazioni di mezzo mondo dopo un fallimento così fragoroso arriverebbero a pioggia le dimissioni di gran parte dei componenti della cabina pilotaggio, spontanee o forzate che siano. Il tempo di Gulati alla guida della federazione è finito, lo hanno capito tutti e forse anche lui. Forse, appunto.


 

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