Tornaghi: “Essere il secondo portiere in MLS”

Da quando sono arrivato in Canada mi sono interessato un po’ di piu all’hockey e oltre a vedere qualche partita live ho iniziato a leggere qua e là le notizie a riguardo. Mi ha fatto sorridere leggere di quei commenti e battute riguardo il lavoro più bello del mondo, ovvero il secondo portiere di una squadra NHL: stipendio ottimo, impegni pochi; insomma una vacanza pagata, o questo è quel che si crede. E nel calcio, nella MLS?

11742081Dopo quasi 3 anni passati da secondo di uno dei migliori portieri di questo campionato (Ousted, Vancouver Whitecaps ndr) vi racconto come si vive questa situazione, quali sono le difficoltá e come ci si tiene sempre pronti, perché come diceva un mio vecchio allenatore in Italia, “nel calcio tutto può cambiare in un secondo”. É ovvio che le possibilitá di giocare partite ufficiali in teoria sono poche durante la stagione, se non per qualche amichevole e per le partite di Coppa nazionale o CONCACAF Champions League. Credo sia importante allora avere un ottimo livello di allenamento fisico e tecnico, questo permette di mantenere una condizione generale sempre all’altezza, il corpo é pronto in ogni momento durante la stagione a fare il proprio dovere. Se questo vuol dire fare dell’allenamento extra in campo piuttosto che in palestra questo va fatto, con impegno e serietá.

La parte fondamentale che deve essere giusta e quella mentale però. Non lo nascondo che il sapere di dovere affrontare una partita ti manda quella scarica di adrenalina, di tensione positiva che é la bellezza di fare lo sport ad alti livelli, davanti a migliaia di spettatori. Ed é proprio questa che aiuta a tirar fuori quel 120% che difficilmente senza sentirla si riuscirebbe a raggiungere. Questa sensazione é forse quella che manca di più nella vita di un secondo portiere, o forse solo a me, che vivo questo ruolo con grandissima passione, senza guardare ai guadagni, nonostante sia un ruolo più esposto a critiche che ad elogi.

E poi quando il tuo momento arriva, quando sai che affronterai una partita, dovrai farti trovare pronto senza che le gambe tremino. Io, per fortuna, faccio parte di una squadra dove tutti, e dico tutti, si sentono importanti. Questo é merito dell’allenatore in primis e poi di tutti i compagni che formano un ottimo gruppo di giocatori. Questo ambiente quindi asseconda quello spirito che credo mi caratterizzi molto che é quello di non sentirmi un secondo portiere che ogni tanto gioca qualche partita bensì un titolare che gioca poco. Questo, secondo me, fa una differenza enorme sul come affronto le partite che gioco e poi anche sulle mie prestazioni in campo.

(160609) -- VANCOUVER June 9, 2016 (Xinhua) -- Vancouver Whitecaps' Octavio Rivero (top C) heads for the ball to save a goal as the goalkeeper Paolo Tornaghi (3rd R) looks on during the All-Canadian Amway Cup match between Vancouver Whitecaps and Ottawa Fury in Vancouver, Canada, June 8, 2016. (Xinhua/Andrew Soong)

Durante la partita seduti in panchina si rischia sempre di cadere in una routine in cui si sa che tanto non si giocherá e quindi la concentrazione può crollare drasticamente. Sin da piccolo mi é stato insegnato a “rubare con gli occhi”, a cercare di imparare il più possibile guardando gli altri portieri e giocatori. Questo insegnamento me lo porto sempre con me e anche dalla panchina sono sempre concentrato sulla partita proprio per imparare anche guardando chi é in campo.

In più con un gruppo di giocatori come il nostro così affiatato ed unito ogni partita vista dalla panchina é anche un occasione per incitare ed aiutare a voce i miei compagni che stanno giocando.
Il mio essere italiano e la passione che ho per questo sport mi ha fatto andare anche un po’ oltre il limite e mi ha fatto “superare la linea” in qualche occasione, ma quello é nel passato ed é una lezione che ho imparato.

Il futuro invece é avanti, con tanti secondi dove tutto potrá cambiare.

Paolo Tornaghi, portiere dei Vancouver Whitecaps – MLSsocceritalia.com


 

Facebook Comments