MLS: ma è Minnesota United o la Longobarda?

“No, non può essere. Che bello! Hanno fatto il remake de “L’Allenatore nel Pallone”. Come dici? E’ Minnesota??”. Eh si, è Minnesota. Lo United ha fatto il suo debutto in MLS, e non è stato dei migliori. 5-1, come la peggior Longobarda. 5-1 nella bolgia del Providence Park, casa dei Timbers, per gli uomini di Adrian Heath, l’Inchy di Everton; 5-1 in un Olimpico tinto di giallorosso, invece, per la banda di Oronzo Canà, la Iena del Tavoliere, il Vate della Daunia. “Dilettanti” allo sbaraglio, da una parte e dall’altra, dalla MLS alla Serie A (cinematografica).

Inizio peggiore, davvero, non poteva esserci per chi si affacciava in una nuova realtà così vicina, eppure così distante, dalla NASL. Un incubo, che ha messo in luce tutti i limiti di una squadra che si è mossa tardivamente sul mercato, senza un vero uomo sul quale costruire la franchigia. Si è affidata alle mani, sapienti, di Heath, leggenda del calcio inglese e tecnico di Orlando, fresca e giovane di MLS. Il gol della bandiera, non a freddo, come quello che segnò Aristoteles contro la Roma, è stato realizzato da Cristian Ramirez, centravanti californiano di Garden Grove, bomber in NASL con 18 centri. Bandiera di Minnesota, al debutto nella Major League Soccer ci ha messo 10 minuti dall’ingresso in campo per andare a segno, candidandosi a Perla Nera di Heath.

Perdere e perderemo” il motto del Commendator Borlotti, presidente di Canà: retrocessione facile facile per contenere i costi e ripartire insieme in Serie B. “Tankare e tankeremo”, per avere una scelta più alta al Superdraft, sarà quello del filantropo William Mc Guire?


 

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