Ibra a Los Angeles: lo scenario

“Nelle prossime ore Ibra annuncerà il suo addio al Psg. Destinazione più probabile: Los Angeles. Percentuali oggi: LA 90%, United 10%”. Così il bravo giornalista di Sky Sport, Alessandro Alciato, ha scosso la notte di migliaia di tifosi sull’asse Parigi-Los Angeles con punte a Manchester e, perché no, Milano. Nel calcio abbiamo imparato che niente è impossibile e sicuramente il buon Alciato avrà le sue fonti, ma Ibrahimovic a Los Angeles e in MLS, sì ma come? I Galaxy già con Giovani dos Santos hanno avuto “un aiutino” da parte della lega nel 2015 quando avevano in casa già 3 Designated Players… ci risiamo? In quel caso Omar Gonzalez (guadagnava 1 milione di dollari) venne “retrocesso” e pagato la metà in Allocation Money (500mila dollari) liberando lo spot per il messicano. Oggi la situazione è più complicata, tanto che quella somma a disposizione quest’anno è stata usata per ingaggiare De Jong e Jelle Van Damme. Ma i Galaxy da tempo sono accusati di servirsi di un trattamento di favore.

Innanzitutto va fatta una distinzione anche se ufficialmente il LAFC debutterà nella MLS solo nel 2018. LAFC o Galaxy? In ogni caso l’arrivo in California, che sia a downtown di LA o a Carson, è quasi impossibile dopo l’Europeo. I motivi sono semplici. Sia in un caso che nell’altro per Ibrahimovic nell’estate 2016 non c’è posto salvo clamorosi colpi di scena interni ai Galaxy o alla MLS stessa. Uno come Ibra, che guadagna milioni di euro all’anno in doppia cifra, avrà sicuramente un contratto da Designated Player (DP). Posti, tre per squadra, che i Los Angeles Galaxy hanno già occupati con Giovani dos Santos, Robbie Keane e Steven Gerrard. Tanto che giocatori importanti come Jelle Van Damme, Ashley Cole e Nigel De Jong hanno dovuto trovare via alternative assolutamente non applicabili a uno come Zlatan. L’unico modo per vedere Ibrahimovic ai Galaxy dal 4 luglio in poi, data di riapertura del mercato chiuso ieri, è che uno di questi tre lasci il posto con un trasferimento o un ritiro. Paventato da Gerrard, ma non a stagione in corso. Si va quindi almeno al 2017, marzo o luglio che sia. Nel caso si parlasse della nuova franchigia LAFC, di cui è proprietario anche Magic Johnson, si passerebbe al 2018. E in tutto questo Ibra rimarrebbe fermo?

L’unico collegamento concreto tra Ibrahimovic e la Major League Soccer porta invece a Philadelphia, casa degli Union. E’ unaIbrahimovic Philadelphia Union Discovery List curiosità o poco più, ma il nome dello svedese è finito sulla “Discovery List” della franchigia della Pennsylvania insieme, tra gli altri, a John Terry. In via indiretta visto che si tratta di una foto scattata dentro lo spogliatoio e non di un documento ufficiale e registrato, ma comunque importante. La Discovery List per farla breve è un’opzione sul giocatore, massimo sette. Se tutto questo fosse ufficializzato, Philadelphia Union avrebbe un’opzione sia su Ibra che su Terry. E’ un po’ quanto successo con Nocerino e Orlando. L’ex centrocampista del Milan era nella Discovery List dei DC United e per strapparlo alla franchigia di Washington la squadra di Kakà ha dovuto pagare 50mila dollari di General Allocation Money.

Difficile che una piazza come Philadelphia, che pure conta giocatori come Barnetta e Sapong, possa attrarre Ibrahimovic e Terry. Molto più probabile che siano gli altri nella “leaked list” a finire in maglia Union (Aron Sigurdsson, Tromso; Christian Santos, NEC; Michael de Leeuw, Groningen; Thievy Bifouma, Reims; Jorge Aparicio, CSD Comunicaciones). In pratica Philadelphia starebbe scommettendo sull’effettivo approdo dei due fuoriclasse europei nella MLS costringendo chiunque fosse interessato a trattare con lei per sbloccare l’opzione. Tradotto: 100mila dollari freschi da spendere per rinforzare la squadra.


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